Pègaso - anno IV - n. 5 - maggio 1932
584 A.. Bonsanti Come soddisfatto di questa breve lode, ovvero disperandone una. maggiore, il cuoco fece l'atto dli ritirarsi. - Aspetta, - gli disse allora il cavaliere Bettigalli, - aspetta che bisogna mettere i biscotti nella scatola. Si diresse verso il camino che occupava una parete della sala. Nella grande gola accanto agli alari, posavano ceppi coperti di muschio pronti per gli allegri fuochi invernali, e ogni utensile necessario alla :fiammata era lì presso. Sopra il ripiano di marmo– a altezza di uomo, fra due candelabri d'argento di molte braccia si vedeva una _scatola rettangolare assai capace, pure essa d'ar– gento. V'erano istoriate delle scene galanti ma non troppo, meno a1.1d'acidelle altre popolate di ninfe al bagno, agognate dai satiri sporcaccioni, che facevano bella mostra sugli sportelli dello stipo .. Bettigalli prese la scatola e ritornò verso i due. Quando essi lo videro soffermarsi a un tratto come per un improvviso pentimento, o per una memoria che ritorni di un qualcosa già ricercato a lungo inutilmente. Rimase immobile per pochi istanti, poi lento si mos..c se, si avvicinò alla tavola, vi posò la scatola. Sedette sopra una, seggiola e tenne gli_ occhi :fissi sull'oggetto d'argento. Ogni suo, moto era stato macchinale come di chi teme che una causa esterna lo distolga dlal difficile :filo di un pensiero ingarbugliato. Cecco e il cuoco accortisi della subitanea attenzione del padrone a vicende ig:rwte, stettero silenziosi in attesa. ,Gli è che a costui era apparso improvvisamente dove si trovava la tabacchiera. Dopo aver tolta la scatola di sopra il camino, i1 cavaliere Bettigalli si era allora allora voltato quando con la per– fetta lucidità quale danno solamente certi patimenti morali, la quale raggiunge ogni inezia e sottinteso a cui prima non si pose attenzione, il ricordo della sera innanzi gli balenò evidente allo. sguard'o, e con esso la spiegazione della .tabacchiera smarrita. Vi erano la, sera innanzi dalla vecchia Areati oltre ai soliti amici, due sconosciuti la cui presenza lo aveva impressionato sgraidevol-– mente, e non perché non amasse conoscere nuova gente, ma perché– preferiva scegliersela da sé piuit;tosto che farse'la imporre dagli' altri. Inoltre cercava che ogni nuova conoscenza gli fosse annun-– ziata e quasi presentata, prima che nella persona :fisica, dalla voce del mondo, di modo che, trovandosela accanto, già sapesse· di lei almeno con una certa approssimazione. Inattesi e sino allora ignorati, i due non gli riuscirono simpatici. Era l'uno sui cin-– quant'anni apparentemente, e l'altro molto più giovane, un gio– vanotto, non capi bene se padre e :figlio, _o zio e nipote, oppure · semplicemente due amici. I loro nomi stranieri, inglesi gli parve,. potevano essere uguali, ovvero diversi, ma per le sue orecchie fu– rono soltanto dei suoni sgraditi. Il giovanotto parlava molto dli viaggi che aveva fatto, e di avventure, e narrando aveva il ton~ di BibliotecaGino Bianco
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