Pègaso - anno IV - n. 5 - maggio 1932
580 A. Bonsanti - Chissà, - fece il servo, e parve consegnare a malincuore il forcone allo stalliere. Adesso che il padrone sembrava rassegnato alla perdita della tabacchiera, era lui a insister~ nelle ricerche, come se l'allontanarsi di quell'incubo che per lui poteva diventare il mali;imore del padrone, aum~ntasse i suoi scrupoli di buon ser– vitore. - Chissà. · - Lascia fare a lui, - ripeté il cavaliere Bettigalli, - e noi andiamo, andiamo a vedere i fiori per la signora Areati. Si mosse, e per una porticina invisibile a chi non ne avesse co– noscenza, lasciò la scuderia. - Mi raccomando, fruga con attenzione, - ·si credette in do– vere dii dire Cecco allo zoppo ; - se troverai la tabacchiera il si– gnor cavaliere ti darà dì certo una bella mancia. Quello, fattos1 sino alla porticina, guardò per un poco i due allontanarsi, poi ritornò al mucchio e posata in terra la lanterna, o impugnato il forcone, si mise alla inaspettata fatica pieno di spe– ranza. Bettigalli andava intanto per la serra lunghissima e stretta, nella cui parete di !3inistra si aprivano, ogni dlieci passi, grandi :finestre che mettevano sul giardino. Il temporale si era allonta– nato spostandosi dalla parte del mare, e il vento, levatosi di nuovo, spingeva le· nubi con rinnovata violenza. Pioveva anc6ra, ma stan– camente, e l'Ìlicqua sferzata dlal vento, presa in vortici minuscoli, vagava rapida e lenta a mezz'aria luccicante, prima di raggiun– gere la terra. L'imminente schiarirsi del cielo fu gradito a Betti– galli, ed era anche nella luce che entrava sufficiente dai :finestroni. In questa prima parte della serra le piante di limone e d'arancio, già tratte al coperto, posavano entro lor vasi enormi sopra zoccoli di legno, allineate in due file formavano un vialetto; egli prese per questo e camminando accarezzava le foglie dure e vellutate. Si godeva il profumo dei fiori e per qualche :finestra spalancata quello del suolo bagnato dopo una lunga astinenza, e quel fre– schetto vivificante che aveva seguìta la pesantezza dell'aria vi si mescolava, quasi odore. anch'esso con queiH. Terminati i limoni e gli aranci, il vialetto continuò tra le piante minori disposte in .bell'arte sopra i gradini di scalee appoggiate alle pareti. Si vide una schiena c1Jrva tra i fiori, ch'erano i soliti d'autunno e d'in– verno e in più, altri assai più fini coltivati nelle stufe e sopratutto rose, di uno che andava aggeggiando entro i vasi più bassi, ch'erano i più grandi, e tale era l'attenzione c.he costui poneva alla propria bisogna che i due sopravvenienti giunsero a lui senza che egli d'esse cenno d'aver udito camminare. !Ma la loro presenza dovette· finalmente sentirla pesare sopra il suo dorso chino. ,Sollevò la fronte e guardò : vedendo il prudrone, smise di nettar con le forbici il basso delle piante. Si raddlrizzò. BibliotecaGino Biar,co
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