Pègaso - anno IV - n. 5 - maggio 1932
La tabacchiera smarrita 579 rimpianto per quanto ne volle escluso. La coscienza nasceva in lui della corta misura del tempo futurò. Si udiva lo scalpitare dei cavalli inquieti alla greppia quand'o la tempesta cresceva, e quel rotolare di carri pesanti riempiva la volta di un rombo assillante. I servi lasciarono la carrozza e si avvicinarono al padrone. - Non v'è neppure lì, - disse Cecco. - Adesso guarderemo per terra, tra i :finimenti. Le può esser cadluta nello scendere. Siccome· il padrone taceva, interpretò il ,silenzio come un as– senso. Andò girovagando per gli angoli oscuri, or seguìto or pre– ced'uto dallo zoppo che faceva lume. «Vediamo, - si diceva Bettigalli mentre dello sguardo osser– vava la fiammella vagante, ovvero dalla :finestra la caotica vicenda del cielo, - vediamo>). Con questo invito a riordfoare i pensieri concludeva i solitari sfoghi sentimentali. Egli poteva anche ,soffrire a volte per quanto ·accadeva in lui che fosse originato dagli altri o anche da lui medesimo : poteva accettare di soffrire, poteva anche accettare di nutrire dei sentimenti vili o comunque riprovevoli, che a lui medesimo de·ssero fastidio, ribrezzo od! orrore : ciò non aveva alcun significato, poiché soltanto ciò che gli altri vedono e sentono è, e cosi la sua sofferenza celata, nòn era. Bastava nascondere le ide·e, i sentimenti e di sovente le· azioni, e si appariva quali si desiderava apparire. Questo gioco sottile e d!i:fficile gli lo conduceva nel proprio animo, e ne traeva un carattere, la sua scorza ammirata. Lasciò il muro cui stava appoggiato, si fece in mezzo allo -stan– zone. Del fieno era ammucchiato sotto la volta che metteva nella stalla. Il cavaliere Bettigalli vide Cecco armarsi di una forca, dlar con essa nel fieno, toglierne quanto una bracciata, gettarlo contro l'opposta parete a incominciare un nuovo mucchio. - Cosa fai ? - domandò. - VOISsignoria deve sapere, - rispose Cecco, - che questo fieno l'han portato stamane per tempo, ch'era ancor buio .... - ·'_M:inacciava da ieri, - volle spiegare lo stalliere, interrom– pendo, - e così si son decisi a levarlo dai prati. E hanno ·fatto accortamente. - Ebbene ? - fece di nuovo impaziente Bettigalli. - Volevo dli.re , - ripeté Cecco guard'ando di tTaverso lo stal- liere, - che la tab acchiera potrebbe essere rimasta sotto il :fieno, e allora non c'è altro mezzo per sincerarsene che toglierlo dii lì. Stava ben saldo con un piede innanzi all'altro, e reggeva il for– cone nei pugni chiusi; guardava desolato la gran massa d'erba ri- · secchita come uno che abbia incominciato con leggerezza ùn lavoro la cui difficoltà gli si palesa all'improvviso. - Lascia stare, - gli disse il cavaliere Bettigalli, e indicando lo stalliere : - lascia fare a lui. Già non ci sarà, - concluse. Biblioteca -,ino Bianco
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