Pègaso - anno IV - n. 5 - maggio 1932
576 A. Bonscmti - Io direi, - incominciò allora Oecco, - che Vossignoria non si des,se la pena di venire fino alle scuderie. C'è un acquazzone ch'è li lì .... Posso fare io, Vossignoria non dubiti, con attenzione. E mi farò aiutare, all'occorrenza.... · - Il mantello ... , - interruppe Bettigalli; il servo desolato si affrettò ad ubbidire. Bettigalli s'intabarrò ben bene, prese la mazza e s'avviò. Oecco lo seguiva. Scesero lo scalone, attraversarono l'atrio e per la gran porta a vetri uscirono nel giardino. Era, questo, oblungo più che largo, e la sua larghezza era quella della casa o poco più; le serre lo delimitavano d'ambo i lati mentre di fronte, invisibile dalle :finestre per la gran verzura, un basso– fabbricato chiudeva il rettangolo profond'o. Era il fabbricato delle· scuderie, e aveva uscita su di una viuzza stretta dove la manovra dei legni diventava faticosa, ma faceva la gioia del cocchiere se riusciva in bello stile·. Per andare alle scuderie, invece d[ attra– versare il giardino, si poteva percorrere l'una o l'altra delle due serre· che vi conducevano al coperto, ma il cavaliere Bettigalli c01t moti decisi prese per il viale di mezzo che resultava la strada più breve. La ghiaia fine scrjcchiolò sotto i passi dei due. Adesso i vapori sembravano veramente prossimi a condensarsi e cadere in piogge. Il vento non più continuo permetteva l'adden– sarsi delle nubi e i neri nembi vàganti si fondevano, prendevano un ugual colore dli un grigio funereo. Solamente la luce rimaneva tuttora scintillante, e tra l'oscuro del cielo e la terra oscura creava come una urna di pace. ,Ma l'aria era pesante, e raffiche rade e stanche la sommovevano calda e irrespirabile. Foglie gialle si stac– cavano dai rami, prendevano spazio cadendo, ricoprivano il suolo di un tappeto per breve tempo sontuoso; dlove il viale passava sotto la volta di verzura macilenta, i passi ,dei due si attutivano sopra il morbid'o vegetale. Quivi non un alito moveva le piante basse. - Aria da terremoti, - esclamò Cecco alle spalle del pa– drone; questi, come risposta, si strinse ancor più nel mantello .. Giunsero al quadrivio da cui due vialetti si dipartivano a croce, e conducevano all'ingresso centrale delle serre; per il varco aperto, nella siepe di bossolo il cavaliere Bettigalli scorse entro quella di sinistra in cui si coltivavano i fiori, resa imprecisa dalle vetrate grossolane, un'ombra muoversi china. Pensò che fosse il giardiniere intento a cogliere le rose in omaggio alla signora Areati ; lo prese il d'esiderio di rivedere i suoi fiori, e si ripromise di passare per la serra al ritorno. Proseguì, ,sentì sopra le sue spalle di vecchio il gran carico di tutta quell'acqua sospesa, affrettò il passo e fu final– mente al portone verde dalle enormi borchie faunesehe. Poiché questo el'a •socchiuso, Oecco precedette il padTone nello stanzone semibuio, gli fece strada tra i tanti ingombri. Qui l'umi- BibliotecaGino Bianco
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