Pègaso - anno IV - n. 5 - maggio 1932

570 ,A. Bonsanti strerebbe falso di li a poco, e così questa volta poteva avvenire. Il malumore in cui si trovava oramai immerso gli impediva di ri– flettere. Entrò dunque nella stanza da letto, seguìto dalle due donne e da Cecco, ma non si fermò in ricerche come fecero i famigli. - Guardate dlove volete, - disse loro, - tanto non troverete niente, - e avvicinatosi alla finestra guardò il cielo di dentro i vetri. V'era un correre veloce di nubi nere sotto nebbie chiare immote, e un vento a raffiche continue sconvolgeva i cumuli in moto, sospendeva la pioggia. Di tanto in tanto un frangersi di nubi svelava lembi di puro azzurro, sùbito nascosto; un raggio di sole che ne filtrasse rendeva i nemb1 incombenti e vicinissimi. Ma anche senza quei rapidi lampi dorati l'aria scintillava di una luce polita, e brillavano sugli alberi del parco le grosse· gocce del– l'a,cquata notturna raccolte vivide sulle foglie. Era un autunno inoltrato, non freddo né troppo umido. Bettigalli ne assaporò la malinconia, mentre udiva dietro di sé i domestici darsi da fare, scambiarsi consigli e ironie. Aspettava che una voce esclamasse: «eccola)), e la soddlisfazione di Cecco esprimersi con un : « l'ho d!etto io)), che certamente l'avrebbe irritato, poi tutto sarebbe rientrato nell'ordine e lo scontento caduto. Lo aspettava sul ta– volo la lettera incominciata; andlrebbe a finirla, in attesa di re– carsi dalla vecchia Areati. Sentiva anche il bisogno di mettere un ordline ai propri pensieri; l'assetto di questi, chiaro sull'alba, s'era venuto involgendo e oscurando. Gli piaceva di condlurre i propri pensieri come per la mano, dli sentirli ciascuno al proprio posto, non invadenti e neppure ribelli. Avrebbe voluto rimanere solo per un poco. 1 Ma le parole che dovevano annunciare il ritrovamento non si udirono; sopra il tramestio dei mobili frugati le voci dei do– mestici ·si erano fatte rare. Quando il cavaliere Bettigalli lasciò . la finestra e si voltò, · Oecco dal mezzo della camera volgeva at– torno uno sguard'o incerto e confuso, mentre la massaia, sco– pe:rta della polvere sopra un tavolino ingombro di oggetti, la v~niva togliendo con un lembo della veste, e la ragazza, ammirata d1 un cassettone panciuto, passava le dita sopra intagli a capric– ciose· volute, :senza mancare di rimirarsi di tanto in tanto nel gran– de specchio, alto contro _la parete, che .su quel mobile poggiava. - Dunque ? - chie:se ironico Bettigalli. Gli rispose Oecco con aria sgomenta allargando le braccia; la massaia, smettendo di spolverare, disse : - In questa came:ra non e' è dli sicuro. . - .Sarai persuaso adesso, - fece Bettigalli rivolgendosi al servo; quello tacque scoraggiato, indi propose : - Dobbiamo guardare nello spogliatoio? BibliotecaGino Bianco

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