Pègaso - anno IV - n. 5 - maggio 1932
568 A. Bonsanti - Vengo anch'io, - propose la ragazza. - Eh no che c' entri tu ? - disse la massaia. - Metti in or- ' dine la biancheria, piuttosto. La .ragazza fece un gesto di dispetto. . . - Lasciatela venire, - saltò su H servo, - che due occhi d1 più non guasteranno. . - Voi contentatela sempre, - rimbeccò la donna. - .Ma c1 ho da ved'er chiaro, - proseguì. - Ci ho da veder chiaro e poi metterò le cose a posto. Passò fulminando innanzi ai due e andò pel corridoio piena di indignazione. ' . . - Cosa vi salta in mente, adesso ? - gridò il servo. - Ma siete matta ? Le tenne dietro reclamando una spiegazione che l'altra taceva. Ultima veniva la ragazza, indifferente al battibecco per la gioia di metter pied'e nell'appartamento del padrone, che non le capi– tava se non di rado. Giunti al sommo della scaletta udirono i passi del cavaliere Bettigalli, cauto nello scend'ere, fare gli ultin;d gradini. Tacquero allora i contendenti, e incominciarono la di– scesa tentennando la testa ciascuno per proprio conto per ciò che l'uno pensava dell'altro, che faceva un bel vedere .. Il cavaliere Bettigalli se li trovò alle spalle quand'o, attraver– sata l'anticamera e lo spogliatoio, fu all'uscio della stanza da letto. OltrB la noia presente, lo avevano ripreso i pensieri di quanto lo attendeva e specialmente del convito piacevole cui avreb- . ber fatto seguito i conversari arguti. Egli si preparava i propl'Ì giorni di lontano, e godeva il loro approssimarsi e il saperli pieni d'impegni vari scelti con gusto, più che il momento della loro realizzazione ; come chi sia capace di una vita interna profonda, ma non ne sappia usare, temeva i vuoti del tempo, la solitudine non confortata d'all'attesa di avvenimenti mondani; geloso della sua pace fuggiva l' imprevisto. E in quella mattina l' imprevisto consisteva nella scomparsa della tabacchiera. Egli non era super– stfaioso, ma per l'estremo amore ,alle sue norme di vita, tran– quilla si guardava d'a tutto quanto potesse offrire un appiglio al sorgere dei dubbi, per cui se non credeva che uno spiacevole caso mattutino potesse capovolgere· il corso della giornata, cercava con cura che i suoi risvegli fossero lieti, acciocché in seguito l'avve– rarsi di predizioni infauste non desse motivo a riflessioni turba– trici. Lo smarrimento della tabacchiera, sfuggendo alle sue pre– visioni, gli metteva adldosso un vago presentimento di disgrazia, o per lo meno di alcune contrarietà da ,sopportarsi, a cui si alleava il dispiacere di doversi privare di un caro oggetto. Così le mani gli tornarono di frequente alle tasche, mentre faceva soliloqui. L' idea che la tabacchiera gli fosse stata presa non gli passò nean- BibliotecaGino Bianco
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