Pègaso - anno IV - n. 5 - maggio 1932

__! LA TABAOOHIERA SMARRITA. Varcò la soglia dello spogliatoio e si dli.resse verso lo stipo che occupava la parete di fondo. Era un mobile del secolo scorso a tre ripiani, color cioccolata dove mancavano le dorature, con delle storie dii ninfe e di satiri sugli sportelli, dipinte in ~neri rosa e azzurri; quelle rotonde nudità avevano di certo fatto un bel ved'ere nell'appartamento del giovane Bettigalli; adesso l'uomo di sessan– t':mni che era divenuto vi portava lo sguardo come sopra un oggetto familiare che non ci racconta ormai niente. In quel mobile era uso riporre a sera quanto gli occupava le tasche durante il giorno, che non era poco; cose· più o meno necessarie e· alcune francamente inutili. Ciascuna aveva il suo luogo; lo sti,po era ricco dli cassetti. e anche di segreti che si aprivano girando le statuine d1eicorni– cioni; quei segreti ingenui custodivano le cose da nulla posate f'!Ui velluti sbiaditi. Solamente il denaro era lasciato alla portata di tutti nel grande cassetto di mezzo che non aveva sel'ratura; ivi, framezzo alle monete d'oro e d'argento· di riserva gettate alla rin– fusa, posava durante la notte il saechetto dii seta stroz.zato a, metà dai legacci a fiocco che il cavaliere Bettigalli teneva di giorno nella tasca di destra dell'abito. Quel lasciare incustodito il denaro non era un segno di prodigalità e neppure di un'eccessiva :fiducia nella servitù, né un ostentato disprezzo per ciò che pòssedliamo in abbon– danza e che richiama le cure del volgo, ma piuttosto la convinzione che il tener roba sottochiave invogliass~ a rubare; agli altri quel sistema mostrava il gran signore, né a,l cavaliere Bettigalli mancava un gesto indifferente e sufficiente al te:mpo stesso, un alzar la mano e scacciare l'aria col dorso come a dire: ccbazzecole .... ci vuol altro .... )) quando qualcuno vi conduceva il dli.scorso, né questo me– todo condotto a suo profitto era il solo che accortamente gli aumen– tasse presso gli altri la fama di uomo generoso. Si diresse verso lo stipo e per prima cosa aprì il cassetto dei denari, ]?rese il sacco tintinnante e soppesandolo sulla mano lo sentì floscio. Sciolse il legaccio, aggiunse qu3ilche moneta, riav– volse e· legò. Fece scivolare il sacchetto nella tasca dell'abito verde bottiglia che aveva indossato per quella mattina, di festa, mentre apriva lo sportello di sinistra d'el ripiano di mezzo, che era quello BibliotecaGino Bianco

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