Pègaso - anno IV - n. 5 - maggio 1932

François Mauriac 547 industriale dli Bordeaux sembra smentire un certo t(,no di secca aridlità che taluni rimproverano al Ma.uriac e che, comunque, è una d 1 elle sue caratteristiche maggiori. Nella prefazione alla seconda edizione ,di .questo romanzo egli narra, con compiacenza elle una lettrice ha creduto di ,ravvisare Marsiglia nella città descritta. Questo equivoco a lui pare indizio del valore rappresentativo del suo romanzo. Qui ci a-vvediamo che il primo tentativo -dli1Mauriac per accrescere la significazione e la universalità della sun, opera si risolve in una complicazione e in una inflazione d'ella sua poesia, senza che peraltro il dramma si trasfe:risca su più larga superficie . . In effetti, come in tutti gli altri personaggi di Mauriac, da Emil Paul dell' Enfant chargé de chaines a Irène di Ce qui était perdlu e, sopra tutto, a Louis dli Le noeud de vipères, il dramma resta interiore ai personaggi; il mondo non è visto che dall'angolo vi– suale del protagonista. Quindi, tutto quel che si svolge al di fuori di Florence, tutto quel che è lontano dalla sua vita interiore, - spe– cialmente gl'industriali bordolesi e le loro manie, - perdono il valore dli necessità artistica e assumono fatalmente il significato di decorazioni e di macchiette. Cosi un migliore esame ci svela che il tono snodato della narrazione è troppo freddo e artificiale per esprimere il tormento che s'agita negli ,spiriti dli Augustin e di Florence. In ultima analisi, Préséances rimane la rappresentazione di un mondo individuale; la parte collettiva, unanimista, quella che vorr~bbe rappresentare il mondo borghese, resta nell'aned'dotico. Possiamo dividere la produzione di Mauriac dell'ultimo decen– nio in due gruppi: uno che comprende Le baiser aum lépreum (1924), apparso recentemente in traduzione italiana (1930), Genitrim (1925), - Le fieiwe de f eu (1926), Le dé[!ert de· l' amour (1927) e T'hérèse Des– queyroitm (1927); l'altro, più vicino, comprende Destin (1928), Trois récits (1929), Ce q-ui était perdu (1930), e Le noeud dc vi– pères (1932). Il nucleo poetico di cui abbiamo parlato analizzando gli squilibri di Préséances, appare in tutta la sua potenza in Le baiser e in Genitrim i quali, benché forse altre opere di Mauriac -si presentino con maggiore fascino esteriore, rimangono i migliori documenti della sua arte. Il lebbroso del primo è un giovane abi-. tante delle Lande, dipartimento del Golfo di Guascogna famoso per le sue pinete. J ean Péloueyre è unico erede di una cospicua fortuna : brutto, malaticcio, piccolo, debole, egli ha una triste e tormentata coscienza della sua inferiorità; ma la sventura lo fa timido e buono. Tuttavia il pa,dre, che è animato da un ardente desiderio di discendenza, e il parroco, che teme vada l' eredità dei Péloueyre a un parente anticlericale, inducono al matrimonio lo sparuto giovane. Anzi gli danno in moglie il fiore .d'elle lande, la più bella e sana figliuola della borgata. Noémi lo accetta perché BibliotecaGino Bianco

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