Pègaso - anno IV - n. 5 - maggio 1932

620 _R. OALAMANDREI, Berlino ecc. neri sopra una carta topograifica di Berlino, colla coda dei binarii se– gnati da linee nere anch'esse, paiono· teste di vermi- smis_ura~i, che abbiano assalita la città che le rodano le viscere e vogliano d1lamarle ». È contento di trova/si giovane e pieno di vita e di voglia a Berlino (allora) caput mundi .... Certo, è entusiasta; •e ogni tanto va runche lui volentieri al Viale dei Tigli, a sedersi di fronte al Palazzo Imperiale; ma anche il ,suo entusiasmo il Calamandrei ,sa dirlo e qua,si correggerlo con un sorriso : « Io mi mettevo a sedere sopra una delle panchine col– locate nello s,terrato di questo ,viale, e pensavo: - L'Europa è la parte più importante del mondo; Berlino è la città più importante d'Europa; questo è il centro materiale e morale di Berlino: io ,seggo, adunque, nel punto più importante del mondo». Ed .ecco, còlta da lui, un'istantanea del vecchio imperatore Guglielmo ottantasettenne; un'istan,tanea che si ripeteva fedelmente ogni mattina al oombio della Guardia: « A un tratto, i cappelli degli ,spettatori si agitano, i fazzoletti ,sventolano, un urrà echeggia da cento e cento boc– che. A una finestra del pian terreno, dietro i cristalli lucidi e le dovi– ziose tende frangiate di porpora, una testa nobile, dalle lunghe basette bianche, solcata da rughe profonde, s'intravede inchinarsi leggermente e ,sorridere con affettuosa melanconia al popolo di Berlino. È l'uomo della 'Divina Provvidenza', l'Imperatore -Guglielmo .... .Si faceva vedere appena come la sfumatura di un quadro, e •si perdeva quasi tra le pieghe delle tende >>. Il Calamandrei ci offre molte pitture e «.stampe» di questa Germania fine ottocento : la vita univer,sitaria, i ritrovi galanti, l,e esposizioni della Galleria Nazionale, le figure di cera del Caistan's Panopti-cum, la gran rivista di Lichterfeld, il giardino zoologico con la prima foca., i fasti metropolitani del celebre poliziotto prussiano di notte e di giorno (il Schuntzmànn e il Nachtwachter), i pomeriggi festivi sulla. ,Sprea .... Diciamo pure quadretti « di genere». Ma meccanici o oleografici mai; così ci si legge dentro la gioventù e il piacere di chi li ,scrive. E se si pensa ogni tanto al De Amicis (specie qua,ndo il Calamandrei ,si fa a· ritrarre le fantesche di Germania, le padrone di casa, le chellerine, gli interni delle case borghesi) bisogna anche dire che il giovane Calaman– drei, con meno vena, ha pure un segno più nervoso, più asciutto. Un De Amicis 'che non fa (come a volte a lui -succedeva) il toscano; ma è toscano per davvero. Quanto poi aJla gran potenza tedesca, e a quel– l'enorme bardatura militare presente e pesante per ogni via di Berlino, e all'orga:qizzaziO'lle già perfetta e colossale, del giovane e vittorioso im– pero, il Calamandrei certo ammira e si leva il cappello, ma direi che si tiene un passo indietro: « non vale illudersi, un altro cozzo avverrà». Che accoglienza fecero gli amici e i lettori del giovane Calamandrei a quel libretto, quarantasei anni fa, non lo so. Certo avevano più d'una ottima ragione per eccitare il· giovane autore a continuare .... Il Calamandrei invece smise (il fascicolino in ricordo d'una gita sul Monte Amiata, nel 1891, è cosa tutta d'occasione e non conta); la vita lo portò per un'altra strada, e come scrittore artista il Calamandrei non pubblicò altro. Soltanto questi ultimi anni, da vecchio, aveva ri– preso a scrivere qual.che pagina, ma solo per ,sé e senza; nessuna vogli3, BibliotecaGino Bianco

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