Pègaso - anno IV - n. 5 - maggio 1932
R. 0.A.L.A.MANDREr, Berlino ecc. 619 RoDOLFO CALAMANDREI, Berlvno. - Niccolai, Firenze, 1886. L. 1,50. - - Morn,teAmiata. - Fumi, Montepulciano, 1895. L. ·o,50. - - Le bak!e di San Lazzaro. (Pubblicato in memoria, nel primo anni- versario della sua morte, a cura della famiglia). - Niccolai Fi- renze, 1932. S. p. · ' I tre libretti ricordati qui sopra non pretendono propriamente d'essere << l'opera JJ di uno scrittore: sono i felici ozii letterari di un uomo, pur colto e dotato per le lettere, ma che nella vita ebbe altre occupazioni e altri impegni da quello dello scrivere. Nato nel 1857 a Lucignano della Chiana, per oltre cinquant'anni Rodolfo Calamandrei esercitò l'avvo– catura a Firenze e in Toscana; fu docente di diritto commerciale nel– l'Università di Siena; e a ,Siena e a Firenze consigliere nel comune e nella provincia. Nel 1909 fu eletto deputato repubblicano per Firemze, nel collegio di .Santa Croce. Per oltre mezzo secolo, fino al 1931, l'anno della morte, la sua fu una vita attiva e operosa, ma non dispersa. I di– versi uffici, la deputazione, i consigli, la cattedra, l'avvocatura, egli li esercitò tutti, dall'intimo di sé, e come una sola missione. La mo-rale mazziniana, che fu la sua, aveva trovato in lui ciò ch'è sempre il più arduo a trovare: un uomo. Gli amici ricordano l'alta ipersona, il volto austero, -difficile al sorriso, e che, tra la fronte alta e la breve barba bianca, conservava come un'aria del suo maestro; rimpiangono l'uomo buono e comprensivo degli uomini ma con sé -severo e anche duro, come chi abbia affidato la sua vocazione morale soprattutto all'esempio .... Gli opuscoli politici che il Caiamandrei pubbljcò tra l' '80 e il '900 appar– tengono all'esegesi mazziniana, o discendono da quella dottrina; alcune sue opere giuridiche (quella per esempio sulla Cambiale) furono ristam– pate e fecero testo. Ma quanti, anche degli amici, ,sapevamo che il Caia– mandrei era; pure ,scrittore di pagine d'arte (ricordi dei suoi viaggi; impressioni della -sua vita) ,degnissime di aver posto tra la buona lette– ratura toscana degli ultimi trent'anni ? I tre libretti sopra ricordati ne fanno ottima testimonianza .... Intorno al 1885, il giovarnt Calamandrei fu per un anno a Berlino a perfezionarvi i suoi studi giuridici. Quindici anni dopo la pace di Fran– coforte, due anni dopo la TrÌ.lplice, la potenza tedesca era al culmine. Un viaggio in Germania sembrava ind:iJspensabile a chiunque volesse rendersi conto dell'Europa giovane. Le pubblicazioni sulla Germ_ania, fittissime. Naturale che anche il Calamandrei scrivesse quel che vide e imparò all ora della vita tedesca. Ma il suo Berlvno è un libretto alla buona, senza :ç.ep– pure un vero schema, certo senza una tes,i finale sull'Europa futura ... ; in compenso con molti « ricordi e profili JJ dal vero. Pagine un po' sul genere di quei libri di viaggio che scriveva allora il De Amicis e che forse (chi si provasse ora a rileggerli) reggono meglio al tempo, di altri «viaggi)) più ambiziosi. Chi, viaggiando, ritrae cose e uomini sbaglia meno (o diciamo dura più) di chi impalca tesi e programmi. A ritrarre le cose, il Oalamandrei mostrò subito occhio sicuro, stile franco e, quando occorre, l'immagine viva. Ecco l'impressione che fin dall'arrivo gli fanno le stazioni di Berlino : « Quelle trentatré stazioni, segnate in dadi BibHotecaGino Bianco
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