Pègaso - anno IV - n. 5 - maggio 1932
608 O. Gamba Il ciondolare adunque è un diritto acquisito del nostro popolo e bisogna tenerne conto anche nelle sistemazioni urbanistiche. Una delle tante nequizie della sorte è questa, che talune città come Torino e Bologna abbiano il benefizio dei portici e permettano quindi al pubblico pedestre· di andare in su e in giù a pro,prio piacimento, di fare i proprii acquisti, di dare degli appuntamenti, di scorrere il giornàle appena comprato, al r:ùparo dal sole, dalla pioggia e dalle arrotate. Que– ~ti benedetti portici considerati finora tristi e bui dagli abitanti delle altre città, oggi credo comincino ad essere molto invidiati. Difatti anche a Milano, Firen21e, Roma, quando si trova un tratto di portico, come ci si affolla la gente e quanto passeggia avanti e indietro, in quell'oasi di sicurezza! Nelle altre ',strade infatti tutti debbono andare in fila indiana rasente i muri o .lungo un mal'ciapiede quasi sempre insuffi– ciente, non solo ai gvuppi conversanti o alle mamme trascinanti pe,r mano i bambini, ma anche alle singole persone se un po' voluminose. Ohi ha il fuoco aJ.le calcagna e cerca di passare i ciondoloni deve intrapren– dere una vera navigazione tra gli scogli delle carr,ette e delle biciclette appoggiate ai marciapiedi, e guai a chi scende, guai a chi si ferma, guai a chi ,si distrae un secondo : le multe ,sono pronte a fioccare. Bisogna aver l'occhio sempre vigile alle infinite vie che vi tagliano insospettate il passo, celanti insidie di autov,eicoli o di biciclette ,sgattaiolanti di mezzo a ogni sorta di impicci. E il disgraziato pedone incerto e confuso tra lo strombettio incess,ante e non individuabile degli autovei-coli che si incrociano ,per ogni ,senso, si prende anche i rabbuffi dei conducenti impazienti di correre verso il proprio destino. Il camminare per certe strade è diventato un vero supplizio dantesco coi diavoli in guanti bianchi o in giubbe di pelo a minacciare. Coloro che preparano codesti piani regolatori prendano pietà di questi sventurati pedoni, studino. se insieme alle soluzioni urbanistiche di grande stile ci sia modo di creare zone anche modeste di sicurezza e cli riposo per i passeggeri. Oggi che a Roma si mettono in luce i Fòri imperiali e i 'mercati coperti adiacenti, •se ne tragga qualche ammaestramento iprezioso anche per l'urbanis,tica moderna. Nei Fòri ,si raccoglieva il popolo per trattare i propri affari, per incontrarsi con gli amici, per ascoltare le orazioni dei tribuni, per godersi il riposo in mezzo alle cose belle, aUe memorie gloriose, all'ombra dei templi marmorei, al riparo dei fastos,i colon– nati, tra va,s~e aule per pubbliche riunioni, grandiose basiliche, biblio– teche e musei. I portici c'erano adunquè allora anche a Roma per la comodità dei cittadini e sono logici in regioni dove dardeggia il sole, piove con vio– lenza e spesso tira vento. Quando la città, si restrinse in strade anguste e tortuose e vi sorsero enormi chiese ·e palazzi, non vi era più davvero bisogno di altra ombra e di altri ripari, mentre la notte la scarsa sicu– rezza dei cittadini respingeva, quelle pericolose oscurità. L'illuminazione moderna a ciò ha posto riparo; mentre l'allargamento delle strade e il traffico sempre crescente richiedono oggi nuovamente maggiori comodità. no~ solo per i veicoli ma anche per chi voglia passeggiare e in compa– gma. Quindi o ma,rc.iapiedi larghissimi come nelle città del Nord ove si BibliotecaGino Bianco
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