Pègaso - anno IV - n. 5 - maggio 1932

LETTERA A ANDRÉ MAUROIS, SUI COSTUMI DELLE DONNE. Giorni addietro, mio caro amico, mentre venivo leggendo il vostro ultimo romanzo Le Cerale de fwmille e, per quanto ottirnisrta nel giu– dicare i miei simili, mi chiedevo anche io se gli amanti della vostra -esemplare Denise non fossero davvero troppi, ché sembra facciano fila, l' uno con le mani ,sulle ,spalle idell'aJ.tro, sono capitato agli Uffizi da– vanti al ritratto di Olimpia Mancini, nipote del cal'dinal ,Maaarino ,e maidre nientemeno del principe Eugenio di Savoja. Ve la ricordate ? La ben tornita Olimpia è rsbracciata e scollata cosi che uno dei seni ,è tutto libero e in lieta mostra, tanto .perfetto che probabilmente il pit– tore vi dev.e aver aggiunto qualche suo personale ricordo, combinato tra vero e statue; e la camicia, d'un velo di lino, che le scende giù dalla spalla fino a metà del braccio, dà l'idea d'una porta spalancata. Forse è un gran torto mio quello di ragionare troppo spesiso cogli occhi, ma da quel ritratto degli Uffizi alla statua di Paolina nuda sul suo letto a Villa Borghese, mi sono tornati d' un colpo alla memoria non so più quanti ritratti d'antiche illustri donne in volontaria e perpetua espo– sizione, cosi chiari di senso ch'era inutile andare a rileggere storia, cronache, lettere e aneddoti per giudicare gli originali; e pensando ai ritratti che oggi le nostre dame più rinomate si lasciano o si lascereb– bero fare, un ,poco mi sono racconsolato. Per quanto male infatti si dica e si legga di queste e della loro vera o favolosa sfrontatezza e 1:ibertà di costumi e di linguaggio, un fatto è certo ch'esse non ,superano in questi esercizi ed espressioni le donne d'altri secoli nella storia gloriosi; che chi grida al ·finimondo, se pro– prio non è un santo, è un: geloso o un ignorante, insomma uno zotico; <:he anzi nessuna parente di. re o di cardinali oggi si lascerebbe nei colori o nel marmo ritrarre come quelle due ,slignore. Libertà dunque, e anche licenza : ma si può pensare che nelle classi dirigenti oggi sia, non dico più pudore, ma più decenza d'allora. Perché? Ques.t' è il gran divario: che oggi al diso11dine morale si vorrebbe riuscire a dare l'ap– parenza dell'ordine o addirittura, come in Russia, la grande uniforme della legge; e al 1proprio comodo, il superbo titolo di sincerità. Nei tempi andati (si rpensi che la statua ,di Paolina fu scolpita ed esposta nella Roma papale) i troppo liberi e ostentati costumi erano un pec– cato universalmente riconosciuto anche ·se largamente praticato; e la peccatrice era confessa e in lagrime, anche p•rima di risolversi alla con– versione. Oggi invece la peccatrice è una riformatrice e si presenta a as. - figaao. BibliotecaGino Bianco

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