Pègaso - anno IV - n. 5 - maggio 1932
592 A. Bonsanti - La tabacchiera smart·ita Il cavaliere Bettigalli, voltandosi come d[stratto, chiedeva: - Dicevate, cara amica, - e offriva la tabacchiera aperta sul palmo della mano. Ella stupì, né lo stupore le lasciava di riflettere come fosse pos– sibile quello, e insieme a lei stupiva lo straniero che giungeva re– cando il cofanetto. Bettigalli fece finta di non accorgersi della loro meraviglia. Passò la scatola nel circolo degli àstanti, che tutti fiutassero di quell'eccellente tabacco. La scatola girò come la sera innanzi, ma tornò questa volta al padrone. Tutt'altri che il cavaliere Betti– galli avrebbe a quei:;to punto raccontato la propria accorta mano– vra, traendone orgoglio, non lui. Ciò a cui aveva desiderato riu– scire era riuscito. Nulla più io interessava del curioso accidente, se non la certezza che· il rispetto per la sua persona ne aumente– rebbe, e anche, forse, una morale che lo poteva concludere. Ma intorno c'era un silenzio assurdlo per quel giorno di festa. Allora Bettigalli parlò. Parlò di questa fe·sta, di quelle degli anni tra-scorsi e delle altre che verrebbero, ancora numerose. - Noi amici v_isaremo intorno, - diceva, - e il tempo ci sembrerà tut– tora un personaggio di fiaba come quando eravamo fanciulli. - Ascoltando le proprie frasi tornite,- fissava lieto i volti delusi degli avversari sconfitti. Era contento del suo gioco, della sua parte nel mondo. La vita era anche quest'apparenza, questo insieme di vi– cende futili. ALESSANDRO BONSANTI. BibliotecaGin:oBianco
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