Pègaso - anno IV - n. 5 - maggio 1932
590 A. Bonsanti - Bene benissimo - disse non appena l'altro g'li ebbe messo ' ' - tra le mani la scatola d'oro. - Tutto è andato secondo le istruzioni di Vossignoria, - rac– contò il servo, - e se Vossignoria aveva dlimenticata la tabac– chiera dentro il cofanetto, nessuno l' ha saputo. Era l' interpretazione che a forza di indluzioni e di deduzioni gli era venuto fatto di prestare a quella complicata vicenda, e ri– sultava poi non troppo lontana dal vero; · - Bene, benissimo, - ripeteva Bettigalli, e guardava la ta– bacchiera con malinconia. Riappariva quel lungo tempo di cui la scatola d'oro fu testimone, una teoria di soste ch'ebbero luce pro– pria. Tutto questo era scritto sulla tabacchiera per gli occhi del cavaliere Bettigalli. Di tanto in tanto qualche avvenimento lo spin– geva alla lettura che era triste, sebbene tranquilla, e questa volta, era stato il timore dli avere smarrito il caro oggetto. Questo era tuttora un legame per cui dei ricordli potevano farsi presente. Ac– carezzò il freddo metallo, le fredde pietre rosse. V'era un calore racchiuso per i suoi polpa·strelli usi a toccarle. Pensò ancora a quanto gli rammemoravano, che diventava una base sempre più necessaria a questa sua prima vecchiezza, un ausilio alla rima– nente vita. Pensò pure di nuovo ali' inganno tentato dal giované straniero, alla petulanza di lui, al sorriso ambiguo dell'anziano, alla connivenza dei vecchi amici, pensò a quell'insieme di antipatie e di simpatie, di contrasti meschini, a quanto in quell'episodlio poteva spingerlo al risentimento, e concluse che tutto ciò non meritava eh' ei ne traesse ragione di scontento, di preoccupazione e dolore. Egli avvicinava gli altri perché è dell'uomo fugg·ire la solitudine, ma dal commercio col proprio simile gli bisognava sal– vare solamente quanto gli poteva essere utile, e sopratutto un tra– scorrere più leggero delle ore. E le opinioni e le discordie altrui non sarebbero riuscite a far: presa contro la sua forza dii uomo co– sciente, contro la sua fiducia nell' intelletto. Formulò convinto queste dottrine dl'orgoglio e d'egoismo. Quando fu l'ora, uscì per recarsi dove era atteso. Volle per– correre a piedi quel tratto di stradà, né lungo né breve in confronto alla totale grandezza della città, che separava la sua casa dia quella della vecchia Areati. Volle farlo a piedi per godere di quel sole' che era uscito vittorioso di tra il combattere delle nubi, e insieme dei vantaggi che offriva l'acquata recente. Andò di buon passo sui selciati umidi e luccicanti dove il vento già metteva chiazze chiare dl'asciutto, sugli acciottolati ineguali che accumulavano nelle fes– sure una rena lavata. Per straducole minori riusci al fiume, e ne percorse gran tratto accosto alla spalletta. Il cielo, mirandosi nelle acque convulse e limacciose, perdeva il suo colore dli sme– raldo, ma la luce vivida, come risciacquata pur e·ssa dalla pioggia BibliotecaGino Bianco
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