Pègaso - anno IV - n. 4 - aprile 1932

I. . ' Cronacct del cinematografo 453 che Wagner ha segnato, ha fissato una volta per sempre, per ognuno dei più o meno hinghi discorsi dei suoi personaggi. Va bene che. ci sono i temi ricorrenti a illustrare il suo complesso gioco d'i allu– sioni, ma la di:fficoltà_di seguire quell'intreccio rimane notevole, spe– cie per il grosso pubblico, e per il pubblico italiano. Eppure questo · pubblico si stipa in gallerie e loggioni : segno che lo 'sforzo richiesto lo fa_con piacere. Ora, il _filmparlato non può a meno di fondarsi .su una altrettanto rigorosa grafia sonora, così che al significato accediamo. conquistati dal ritmo dello sviluppo dì battute e gesti di scéna in scena, o_meglio diciamo df momento in momento, e resta ribadita l'idea di «tempo)), così sovranamente essenzial~. In F'rornt page la satira assume un ritmo frenetico che ti porta via. E si direbbe che il direttore, Milestone, russo d'origine e noto per aver diretto All qwi,et on the Western front, si sia voluto qui passare il lusso cli non conèedersi che l'ambito del minimo spazio. Tre quarti del film si. svolgono nella sala dei reporters di una pri– gione dove è carcerato un anarchfoo accusato di aver ucciso un po– liceman negro. Dalla sua condanna il sindaco della città conta di. trar vantaggio per accaparrarsi i voti dei negri nelle imminenti elezioni e tornare così in carica. A un certo punto questo detenuto riesce a evadere ma per cadere tra lè mani d'el reporter del massimo •giornale locale, che per riservarsi l'assoluta precedenza di tal notizi11 sensazionale ricorre all'incredibile espediente di serrare il prigio– niero in uno .scrittoio d'ufficio a coperchio scorrevole; e di tal cat– tura il direttore del giornale intende prevalersi contro il suddetto sindaco a dimostrar.e l'inettitudine della amministrazione cittadina. Tra le quattro mura di quella stanza, tra quei sei giornalisti, sma– niosi e diffidenti, e che per stornar l'attenzione l'un dell'altro si perdono in mille pettegolezzi e congetture, il gioco serrato d'ella mac– china di presa, col continuo spostarsi dei suoi angoli visuali e acu– stici, elabora su un tema dei più limitati tutto un indiavolat.isRimo fugato che ha essenzialmfnte per scopo di tener sospesa l'attenzione col differire interminabilmente il risolversi di tanto intricato « pié– tinement sur place )) in una qualche. azione decisiva, la quale a sua volta quando si produce complica di un nuovo tema il _primo grovigtio, e così via via cresce l' imbroglio arricchito di sempre nuovi spunti d'al-comico al tragico, finché dopo essere a varie riprese salito e disceso a precipizio, termina « in velocità)), interrompendo di botto il suo ultimo razzo cromatico. E la continua adesione al soggetto impedisce il mero pezzo di bravura. Proba.bilmente sarebbe difficile ripetere una sola battuta_ di questo incessante dialogare : ma la velocità n'era così esattamente calcolata che non s'è mai perso il filo, e il vertiginoso finale <>i lasci.a .sbalorditi e convinti. GUGLIELMO ALBERTI. BibliotecaGino Bianco . . .

RkJQdWJsaXNoZXIy