Pègaso - anno IV - n. 4 - aprile 1932

450 G. Alberti re, sen_zaraffazzonature di sorta. Perché almeno una sala in.ognuna delle principali città non potrebbe in giorni speciali, a ore speciali, proiettare così com'è uscito dalle mani del suo ideatore uno di. quei :films che oltre a dilettare parecchi chissà che non riuscissero a far intendere a certi direttori nostri che il cinematografo « è un'al– tra cosa>>? Non faccio neppure un accenno, si noti, a quella che da·anni ormai è un'abitudine fuori d'Italia, e cioè alla presentazione dei films ai giornalisti incaricati prima di ogni pubblica proièzione. Poiché la critica cinematografica è attivissima fuori d'Italia, men– tre da noi i direttori delle sale. la scambiano di solito per un'atti– vità pubblicitaria. M'è accaduto di vedere il critico cinematografico di un autorevole quotiòiano alle prese coi dirigenti di una sala, l'uno iratissimo, l'altro supplice perché il detto critico uscendo dal– l'aver visto la scempiata edizione italiana di Marocco, non na– scondeva il suo disgusto e il deliberato proposito di protestare sulle co.lonne del giornale contro simili indecorose manipolazio.ni . A onor del vero Marocco ridotto a quel modo fu fisc hiato in tutta Italia. Ma a chi deve imputarsi la colpa di tali scempi'! Sinceramente, non ai direttori delle sale che noleg·giano i films dai distributori delle sin-• gole case : e questi a loro volta se vogliono noleggiare la loro merce debbono sottostare alle superiori disposizioni. Ma il critico dovrà applaudire? Evidentemente il critico, per non rinunziare aé!-dirit.. tura a scrivere di cinematografo, dovrà finire se non proprio col– l'applaudire, almeno col giocar talmente d'eufemisrni, che' si seguita come prima peggio di prima. L'unica palestra indipendente può essere di un giornale letterario, e difatti l'Italia Letteraria s'è da_ un pezzo preoccupata di cose cinematografiche. Ma specie recente– mente ci sono da notare gli articoli di Cecchi, e ci auguriamo che s.eguitino, così attenti, acuti, appassionati e spassionati. Bisogna · dire che Cecchi c'è arrivato di fresco al cinematografo. Per un pezzo s'è prestato alle ombre dello schermo solo per un gioco mezzo senti– mentale e mezzo, estetizzante. Senza tuttavia mai cadere, bisogna· aggiungere, nell'abituale snobismo al rovescio di tanti letterati, che frequentano solo i cinematografi dei .sobborghi, e più· il film è cattivo e più si estasiano, a un dipresso come Ba,rilli ·al Trovatore o alla Bohème. L'ironia è una bellissima cosa, e va bene che la.vera serietà si rid'e della ,serietà, ma ·appunto viene poi .un momento in cui ci si accorge che c'è poco. da scherzare, e· tanto peggio per i fumisti: come se quel po' d'acrobazie li immunizzasse dal :fili– steismo .... Gli articoli di Cecchi sono un bellissimo esempio di come un letterato ,si possa porre di fronte a un film, avvalorando cioè quanto di competenza tecnica ha acquisito colla propria esperienza in materia d'arte in genere. Come ho accennato più sopra per Ma– rocco, p_are che nulla rimanga da a.ggiungere dopo gli articoli su Tabù di Murnau, che, pur mirabile, non raggiunge il fresco e . BibliotecaOino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy