Pègaso - anno IV - n. 4 - aprile 1932

I 448 G. Alberti Hill, non tradiva tuttav1a le intenzioni, anzi trasponeva la- av– vincente drammaticità in modo più che apprezzabile, senza che .cioè le manchevolezze non potesse,ro essere ricondotte altro che a quelle inevitabili in qualsiasi forma di traduzione. Riguardo al- l'lt~lia, invece, Metro-Goldwyn deve stimare che qualti~que abbor– racciatura può andare, e lo stesso Big H oiise ribattezzato Carcere ci è stato prel?entato nella scadente edizione spagnola con appic– cicati degli incredibili dialoghi alla Carolina Invernizio. Ma il colmo della deturpazione si è avuto in un :film considerato fuori d'Itaiia . tra i successi dell'annata: Marocco, di Paramount. Un macello, come ha detto Emilio Cecchi nel suo ottimo articolo sull'Italia Letteraria, ed affatto esauriente sull'argomento di tali trasposi– zioni. Parrebbe che la ormai celeberrima Marlene Die,trich, prota– gonista di Marocco, non debba aver fortuna in Italia. Poiché già· sul suo precedente film, l'Angelo azzurro, che la rivelò e la lanciò come. una meteora d'a Éerlino a Hollywood, i ridutto ri italiani s'erano sbizzarriti a sforbiciare con una lena perver.sa. Come dice Cecchi, di fronte a simili storpiature non si pu ò che trala sciare ogni giudizio. ~ lecito domandare fino a quando ? Poiché, onestamente, non c'è via di scampo: o si rappresen– tano i films nelle versioni originali o è meglio non vederli affatto. Non sto a ritornare sulla questione dei Cine Clubs. Ma è noto come, non foss' altro che per rimànere in contatto col meglio d'ella pro– duzione mondiale e possibilmente tràrre qualche insegnamento, . nelle principali città europee si proiettano pubblicamente :films nelle versioni originali straniere. Come al solito, Parigi vien prima fra tutte, con una d'ozzina circa di sale che offrono :films parlati in lingua non francese. Basta scorrere le recensioni della Revue du Cinéma. Anzitutto, tra i films americani, City Streets, patetica sto– ria di gari-gsters, diretta da un giovane armeno, Ruben 1Mamulian, e che è il film prescelto dalla Scuola Cinematografica Sovietica come modello di tecnica drammatica e di montaggio. The front page, di– retto da Lewis Milestone, acre e brillante satira del giornalismo in America. A.n Arnericar1 tnigedy, tratto da Sternberg d1al romanzo di Dreiser. E infine Street Scene., l'ultimo gran :film di King Vi– dor, tratto dal dramma omonimo di Elmer ·Rice. Per passare ai tedeschi, allo Studio des Ursulines dopo sei mesi che si proiettava l'Angelo azzurro nelle due versioni, francese di giorno e ted'esca di sera, lo stesso sistema è stato adottato per l' Opéra de Quat' sous)" eh' è il miglior film europeo d(:'ll'annata, diretto da..Pabst stesso nelle· due versioni, con due squadre di attori differenti. Mentre alla sala degli Agriculteurs si proietta D·ie letzte Compagnie, di Joe May~ episodio delle guerre napoleoniche. Reciprocamente a Berlino, in piena effervescenza hitleriana, come notava recentemente un cor– rispondente italiano, è il film francese che riscuote il più grande sue- BibliotecaGino Bianco

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