Pègaso - anno IV - n. 4 - aprile 1932

Miopia 415 sava Tacea la notte placidOJ? Forse morto. Avanti: avanti. Trova le parole semplici del comando quell'omino con gli occhiali, un po' calvo che procede a capo scoperto finché afferra l'elmetto ruggi– noso d'un morto dei giorni innanzi. I monti con le casette candide scompaiono e riappaiono tra la nebbia. Un momento fa brillavano sopra le montagne molte stelle. Tacea la notte placida. Si sgranano le prime raffiche : bisogna gridare perché gli uomini non indietreggino. Pensava che si dovesse conservare un po' d'or– dine. In pochi secondi la confusione è enorme. Gli occhiali se ne sono andati : incèspica, non può proseguire. Afferra per un braccio un soldato : - Vai avanti e conducimi. - Ma nemmeno questo è un buon sistema. Vede lontano. il roseo del sole sui reticolati : ma non gli riesce di camminare nel terreno rotto da imbuti da solchi di vecchie trincee. Non può tenere il s·uo posto gerarchico. Prende un altro soldato, un colosso questo, monta a cavalluccio sulle sue spalle. Vedono avanzare questo goffo gigante, gli altri : basta pro– seguire di pochi passi cosi, per pochi minuti. E grida e si sforza di gridare. Qualcuno lo vede di sbieco nel fumo e lo paragona a un cammello. · Non ha la sensazione d'essere un eroe e di guadagnarsi la promo– zione : pensa di essere appena un prestinaio che cerca di cavarsela alla meglio. E dietr0 lui, all'ass~lto. RAFFAlllLEl CALZINI. BibfiotecaGino Bianco

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