Pègaso - anno IV - n. 4 - aprile 1932

404 M. Valgimigli fa figliola del Bosi, di una trentina di anni, l'unica creatura con · cui viveva e .a cui doveva provvedere. Il Bosi, che mi seguiva, si fermò presso il letto . .Si chinò giù, cominciò a tirare d'a una parte, . dall'altra, con fatica, qualche cosa che era greve, che certo resi– steva e ùrtava contro sconnessure del piancito di legno : con uno sforzo trasse in mezw alla stanzà una cassa da morto. Quella in- ' . . felice guardava, con occhi. non so se abituati o insensibili. E la · cassa era tutta ·dipinta a strisce rosse bianche e verdi; fuorché nel mezzo di· sopra, dov'era:r:w scritte, in grande,· queste parole:· <' Dèsidero esser sepolto vicino a mio figlio e con i funerali al– l'usanza del paese)). Il suo testamento, a caratteri lapidari .. Vidi poi che anche il soffitto era tutto pitturato allo stesso modo. Questo disgraziato, mortagli la moglie,. mortogli in guerra il figliolo, mezzo mortagli la figliola, aveva èome sepolto anche sé : colorando di una .. fantasia stramba la stia duplice sepoltura, la presente e la pros– sima. Risospinse, con piedi e mani, là -cassa· sotto il letto. Rimise sotto il br.accio i giornali che gli restavano ;· ridiscese in piazza. Pregò, salutandomi, che gU mandassi una fotografia del Carducci. Niente altro mi chiese. · · Rifacciamo diunque la strada del Carducci, lungo e in,torno alle Dolomiti maggiori : ·ma a piedi veramente . .:_ Lei è pazzo; - mi avrebbero detto se fossi stato in compagnia : .oré e ore; chilometri e chilometri per una strada che oggi,· in torped'6rie,. si fa rapida– mente e comodissimamente. Sono, pazzo; e perciò vado solo. Sette paia di scarpe·ho consumate ... •di tutto ferro per te ritrovare : · sette verghe· di ferro ho logora tè . per appoggiarmj.. nel fatale and.are : sette ·fiasche di lacrime h0 colmate, . set.te lunghi anni, di laèrinie ·amare.,,. Queste strofe, come dissi, a Oaprile furono scritte e aggiunte• la storia di nonna Lucia, la favola del vano andare, proprio tra ~ue- · sti montf, su queste strade, fu risentita e immaginata. E io prendo su su, anc6ra lungo il Cordevole, col mio sacco, con la mia pipa, • col mio passo misurato. Stasera sarò ad Andràz; domattina presto. al Falzàrego; poi, vedrò. · , · . · Puoi fare in macchina una strada venti volte, e l'unica che la fai a piedi vedi cose che non avevi mai viste, piccole e grandi vicine e lonta~e. Ti s~nti ·la tt~a bell~ strada compatta sotto i ~alcagni ; guardi la pulitezza dei bordi, la esattezza delle chiaviche e dei cunicoli, l'aggiustatura fresca delle fenditure negli archetti dei murelli laterali, i riquadri o i rettangoli, fuor della linea stradale, r .Biblioteca Gino Bianco

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