Pègaso - anno IV - n. 4 - aprile 1932

.F.. NICOLINr, La giovinezza di Giambattista Vicò 497 e VII (sulla vita letteraria napoletana e sugli studi filosofici e filologici del Vico) sono stati larghissimamente ampliati: i due primi i più im– portanti dei tre, sono addirittura raddoppiati. Il capitolo. V k ormai un contributo capitale alla storia della cultura italiana alla fine del Sei– cento. L' A., invece, -si è indotto, per ragioni, di opportunità, a soppri– mere le notizie e discussioni più particolari, con riochissime indicazioni bibliografiche e anche archivistiche, poste in appendice alla pubblica– zione degli Atti. In compenso ha aggiunto all'indice delle materie quello dei nomi. · LUIGI SALVATORELLI. ANTONIOMONTI, Il conte Luigi Torelli (181Ò-1887). - R Istituto lom– b~rdo di ,scienze e lèttere, Milauo, 1931. L. 30. Un valtellinese della Villa di Tirano, rivoluzionario còntro l'Austria e: reazionario contro i rivoluzionari d'Italia. Contradizione soltanto ap– parente, ché nel Torelli il binomio indipendenza e libertà non compor– tava unità di metodo. Per conquistare l'indipendenza bi•sògnava distrug– gere, ma con la libertà •~i doveva rie.ostruire e perciò questa né poteva tramutarsi in licenza né sopraffare il principio di autorità. Ond'è che il Torelli può, senza, peocare di incongruenza, comportarsi da ribelle nel Collegio teresiano di Vienna, dove ,è mandato ad istruirs.i, macchinando uno ,strano progetto di liberazione del duca di Reichstadt e trescando con i rivoluzionari polacchi, partecipare attivamente alle Cinque gior– nate di Milano piantando il tricolore sulla guglia ,del Duomo, e, più tardi, quando l'unità è sulla via di attuarsi o, raggiunta, comincia il grave compito di consolidare il nuovo Stato, osteggiare tenacemente il partito d'azione da Mazzini a Garibaldi, esercitare la carica di pre– fetto con asprezza e in:fles•sibilità di metodi, che a Palermo furono de– finiti « torell1;1,te ». Figura tutta d'un pezzo da tener degnamente il proprio posto in mezzo a quei moderati di destra, nei quali si alternavano tempestiva– mente la freddezza del lungo riflettere prima di operare e l'impulsività dell'azione; ma non figura ,di primo piano da offrir materia al biografo per un grosso volume. Pure Antonio Monti è riuscito a mettere insieme più di cinquecento pagine, delle quali duecento circa sono documenti e le restanti biografia. Il Monti ha cercato di inquadrare l'uomo nei tempi o, meglio, ,di illuminare la figura dell'uomo col riflesso degli avvenimenti: tentativo tutt'altro che agevole, quando il personaggio ha una parte ,secondaria, non crea o domina situazioni speciali, non è insomma tra coloro, dei quali si può dire che, senza di essi, il corso della ,storia forse non sarebbe ,stato quello èhe fu. È quindi naturale che molte pagine del Monti, tuttoché utili e di un certo interesse per il lettore ,soprattutto se nuovo a tanti argomenti particolari ,di storia del Risorgimento, debbano apparire sovrabbondanti per lo scopo che si propongono. . Nella vita del Torelli, - è il Monti a dircelo quasi a conclusione della sua laboriosa fatica-, - si possono fi.ssare quattro momenti importanti : 32. - Ptr,aso. ibl-ìotécaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy