Pègaso - anno IV - n. 3 - marzo 1932
La fJouola Media otto anni dopo la Riforma 325 meccanico esercizio ~i mandare a mente, ma come risultato rag– giunto dalla ripetuta ammirazione del 'bello>>,convinto, come sono, -che sempre, nella, scuola italiana, bravi e mediocri:-professori hanno -obbligato gli alunni a mandare a mente passi·di poeti e di prosatori -che valesse la pena di mandare a mente. Ohe se poi si è cercato di , ridurre, come purtroppo si è ridotto, a ·poche diecine di versi l'eser– cizio mnemonico, ebbene diremo francamente che si è fatto male, -sembrandoci ancora oggi assiomatica la sentenza del mernoria rni– nu,itiw ... , tanto valore ha oggi, come ieri, la benedetta memoria per tutti noi, per professori e per ingegneri, per avvocati e per impiegati e per operai. Distruggiamo la memoria nei-giovani, o lasciamo pure che si impigrisca, ed avremo pessimi impiegati e pessimi professio– nisti. Il gusto è anch'esso frutto in pa,rte della memoria, e sarà -sempre mediocre intend,itore di poesia, chi non ha me:q10ria, così -come sarà pessimo intenditore di quadri chi non ha memoria : poi- -eh!'> si gioverà troppo immediatamente del solo istinto. La memoria -è anch'essa educazione dello spirito. E distruggiamo, pure, la grammatica, se ci piace dire che la grammatica è pedanteria. Ma, distrutta l'analisi logica; ridotta a poco la scienza d'ei paradigmi, come qualcuno preferisce chiamare la morfologia, i.o non so davvero perché e come i nostri giovani deb– bano e possano tradurre dal latino e çlal greco e intendere la nostra :stessa lingua. Vogliamo negare ogni efficacia formativa alla Scuola? Sia, pure, ma in tal caso non so come un giovane possa rendersi conto dell'opera d'arte e sentirne « il valore umano ed estetico>>. Inter– pretazione estetica non è certo interpretazione istintiva, e rivivArc un'opera d'arte, poRto che un giovane a dodici a quindici e a di– dotto anni sappia e d'ebba e possa riviverla; non signincherà sen– tirla esteriormente, ché sarel1he ridicola e vuota conclusione e con– traddirebbe all'orgoglioso scopo della stessa Riforma. In verità, quei programmi furono una gran brutta cosa, brutta -come la retorica frase « l'espressione non è vaghezza del reale, ma -essenza della spiritualità .... >>per avanzare :filosoficamente la pro- poRizione che il candidato agli esami deve esprimersi con chiarezza, bn1tta come la maggior parte dei libri di testo, dei commenti, delle antologie, delle grammatiche, delle storie greche romane medioevali e moderne che imperversano nella Scuola, compilate « secondo i pro– grammi vigenti>>; e confusa come le nuove aritmetiche in cui lo ,studio delle frazioni è. commisto o addirittura precede quello dei nu– meri semplici. Si è preteso ad ogni costo che i giovani alla licenza liceale conoscessero le idee informatrici dei grandi periodi storico– politico-letterari, del Rinascimento, ad esempio, e d'ella Rivo~u~ione francese e che in proposito avessero una loro personale opm10ne ; e non si è capito che generalmente i giovani, e non soltanto i-giovani, non possono fare altro che rip€tere opinioni lette in libri scritti BibliotecaGino Bianco
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