Pègaso - anno IV - n. 3 - marzo 1932

324 Utinam ghezza, allora a,nche gli istituti medi secondari potranno, anno per anno, dare una via agli elementi negati allo studio letterario o tecnico, e opporsi severamente alle pretese di quelle famiglie che, per stupide ragioni di casta o per pregiudizi borghesi socialmente dannosi, insistessero perché ai loro figli fosse data l'educazione clas– sica o tecnica anche se invece abbiano tutte le attitudini per diven– tare buoni commercianti, buoni operai, buoni agricoltori. La sele– zione, perché sia giusta e sicura,, deve poter giocare su tre tipi cli scnole, sulla classica. sulla tecnica e sulla professionale e, natu– ralnw.ntP, anrh<' snlla magistrale. II. Purtroppo, però, non si possono dire benemerenze le innovazioni apportate. dalla RiformfL nel Ginna,sio e Liceo classico, in un isti– tuto cioè che, solidamente costruito e diretto, ha reso per diecine di anni grandi servigi alla cultura italiana. La Riforma non ne ha intaccato la compa,gine, ma ne ha turbato non poco l'ordinamento, proponendo programmi che, più volte modificati, hanno ottenuto il pessimo risultato di provocare confusione là dove regnavano la chia– rezza e l'ordine. Ohi oggi volesse scorrere i programmi del 1923 e quelli_ proposti più tardi dal ·:Ministro .Fedele, troverebbe non poche incoerenze e spesso così evidenti aberrazioni da maravigliarsi che sia stato possi~ile esperimentarle nella scuola. L'insegnamento clel latino dovrebbe seguire suppergiù i criterii che regolano l'insegnamento ùi una lingua moderna; la gramma– tica, la malfamata grammatica, andrebbe relegata in soffitta; la semplice enunciazione dei paradigmi delle coniugazioni e delle de– clinazioni sarebbe abollta per sempre;. e per sempre dovrebbe es.sere escluso ogni esercizio mnemonico fine a se stesso. Ragazzi del Gin– nasio inferiore e del imperiore dovrebbero essere dunque, nonostante la loro giovanissima età, in condizioni di studiare « linguistica– mente)) argomenti speciali come la famiglia la milizia lo Stato la religione la natura presso i latini. e dovrebbero essere interro– gati sulla nomenclatura o sulle frasi speciali riferentisi al campo che essi hanno studiato. Nel Ginnasio- superiore si dovrebbero tra– durre Cicerone De Legib11,8 o Cicerone De Natiira deorum, due opere filosofiche di Cicerone, e non già i Oornrnentari di Cesare; si do– vrebbe conoscere il significato politico della polis greca e non « qui– squilie grammaticali, non analisi formali fine a se stesse, ma pene– trazione del mondo dell'artista aiutata dalla pienezza dell'espres– sione)). Confesso che non capisco che voglia dire_ « penetrazione del mondo dell'artista aiutata dalla pienezza dell'espressione)), né so giustificare l'avvertenza che « si deve mandare a mente non come BibliotecaGino Bianco

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