Pègaso - anno IV - n. 3 - marzo 1932

LA SOUOLA MEDIA OTTO ANNI DOPO LA RIFORMA. I. I candidati che nelle sessioni di esami del 1931 si sono presentati dinanzi alle Commissioni di Stato per la maturità classica e scien– tHica, tecnica e magjstrale hanno studiato per otto anni in Istituti e su programmi inaugurati nel 1923 dalla legge Gentile. Parlare d'ella Riforma della scuola, media a otto anni di distanza dalla sua promulgazione è dunque opportuno, oggi specialmente che la cortese polemica Ojetti-Gentile ha nuovamente riacceso l'interesse intorno al delicato e difficile problema della Scuola. Il quale problema fu così vivo e attuale che noi possiamo rispar– miarci anche la pena di esporre djffusamente le ragioni effettive e contingenti che promossero la Riforma. Basterà ricordare che la dolorosa parentesi del dopoguerra aveva accentuato il malessere dei nostri Istituti scolastici e minacciava d'inficiarne le basi già scosse negli anni di guerra quando, partiti per la zona d'operazione la maggior parte degli insegnanti, s'era, a poco a poco, allentata ògni disciplina scolastica e nelle scuole si entrava e si usciva agevol– mente. D'altra parte, già- negli anni dell'immediato anteguerra, erano stati agitati, a scopo politico o per un vero interesse didat– tico, problemi scolastici di una certa importanza, come quello della scuola classica combattuta dagli uni e difesa dagli altri, del cosiddetto Liceo moderno improvvidamente istituito e improvvisa– mente fallito, del Ginnasio magistrale, dell'opzione tra greco e matematica nel Liceo classico ecc. E s'era andata col tempo diffon– dendo la persuasione che fosse necessario incanalare verso scuole professionali più coerenti alle esigenze sociali e psicologiche del no– stro popolo la popolazione scolastica indifferente che stagnava nei diversi istituti turbandone la compagine. Sicché la legge Gentile del 1923 attuava la Riforma che nei principii generali rispondeva all'urgente necessità, di provvedere a che la Scuola italiana non pre– cipitasse addirittura in rovina dal disordine in cui l'avevano abban– donata governi nient'atfatto solleciti del nostro avvenire e troppo BibliotecaGino Bianco

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