Pègaso - anno IV - n. 3 - marzo 1932

EDGAR WALLACE C' è forse ancora qualche cosa da dire su Edgar Wallace, se non per riandare gli episodi ormai noti della ,sua vita e i fasti sorprendenti, ma non meno noti, della sua leggenda, per veder di renderci più conto del carattere dell'uomo, e della natura della sua fortuna universale. È vero che i romanzi e i drammi .sensazionali che Wallace complot– tava e componeva con prodigiosa velocità e facilità appartenevano a quel certo genere di letteratura che non ha np.lla a che fare con l'arte e lo stile. Wallace stesso non si reputava che un giornalista, anzi un croni– sta ma il fenomenale successo che ha reso il suo nome famoso in ogni ' . angolo del mondo non ,si spiegherebbe se Wallace non avesse adattato il romanzo e il dramma a certi bisogni e a certe inclinazioni del nuovo pubblico e, come è risaputo, non solo di quello speciale pubblico che si diletta e si nutre di letture raccapriccianti e di ·spettacoli orripilanti, ma di tutto il pubblico, anche di quello più coronato, addottorato e sofi- sticato. · Nel campo s.pecialmente del· romanzo popolare Wallace ha portato una innovazione di cui bisogna tener conto. Egli ha decisamente spo– gliato questo romanzo dei ,suoi orpelli tradizionali e ormai inutili, della veste sentimentale o magari sociale e filosofica di cui i maggiori rap– presentanti del genere lo avevano ammantato, illudendosi di_ elevarlo di tono e di grado e che dovevano appunto deporre della sua nobiltà e servir di pretesto al suo ingresso nel campo della letteratura e del pen– siero. Egli ha tolto al romanzo popolare il sentimentalismo lac-rimo– geno, l'ampolloso ragionamento, l'elucubrazione untuosa o profetica, e perfino l'amore, per non lasciargli che il fatto, nudo e scattante, il colpo di scena a infinita ripetizione, narrato con uno stile che è stato giusta– mente definito « a scarica di mitragliatrice». Questo corrispondeva perfettamente alla nuova mentalità dei lettori d'ogni ceto, aborrente dalle fatiche del pensiero e dello pseudo-pensiero curiosa di fatti e non d'idee, ansiosa d'evadere dalle preoccupazioni quotidiane ,senza venir costretta per questo a pascolare nelle zeppe dei romanzieri, contenta di trovare il cinema anche nel libro, come nel gior-– nale. Gran parte della fortuna di Edgar Wallace è dipesa indubbiamente da questa trasformazione da lui fatta subire al romanzo popolare di vec– chio genere, una trasformazione che ha reso ormai illeggibili certi ca– polavori del romanzo nero, ormai incapaci di dare un brivido anche a.lla più impressionabile delle Lettrici o al più pauroso dei lettori : tra- BibliotecaGino Bianco

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