Pègaso - anno IV - n. 3 - marzo 1932
Lucia 347 Una caraffa d'acqua che Maria aveva in mano andò a infran– gersi sul pavimento; pareva che le mani si fossero aperte, da sé. - Com'è pallida, - fece la Margherita. - Si sente male? Ohe ha? Ma lei era già per terra a raccogliere i vetri rotti, col viso sull'impiantito. Di scendere a mangiare non fu capace. La tavola lunga, gli scherzi, .le risate: aveva il cuore troppo peso per poterle sopporta,re. Invece scese dalla Lucia. Era una bella giornata, in terza classe tutti stavano fuori a,I sole su quel pezzetto di ponte, ammucchiati, cenciosi. Con la sua uniforme nitida e precisa Maria era conscia del contrasto; al suo venire facevano silenzio e la seguivano con lo sguardo : sentiva quella. nemicizia particolare verso chi ha tra– d'ito la sua classe. Si mise a sedere dietro alle donne che guar– davano giocare i bambini fra i quali era la Lucia: così si sen– tiva più nascosta, si acquetava, era sola. Un uomo prese a .suonare un organetto, poco dopo una coppia si mise a ballare, poi una, coppia di uomini, e poi un'altra; a, uno a uno i bambini furono spaz– zati via henché tentassero, fra le gambe degli nomini, di difend'ere il loro terreno. Maria si trovò a un tratto la Lucia addosso, col ca– pino nel grembo, sulle gambe: il suo corpicino tutto_accaldato sotto le sue mani e il cuore che s'affollava; quella gran felicità d'essere stanca nelle tepide membra, la penetrava di una voglia di piangere, di requie .... Quand'o smisero di ballare si alzò una voce d'uomo, sull'organetto; poi una voce di donna la seguì. Le due voci si rincorrevano, si a('chia,ppavano e poi si penetravano, in una nenia bassa, monotona, senza principio né fine, che non doveva finir mai. Era un canto in una lingua che lei non conosceva, straniero a lei come una cosa che non si capirà mai, -eppure mai come allora si era sentita sradicare dalla sua casa, mai come allora aveva sentito crescere la lontananza e porsi per sempre fra lei e la vita di prima, e le visioni che accorrevano e la richiamavano, pur sapendo che era invano, al suo paese, ai suoi monti. Suonò una campanella, da prna. Si alzò, trasognata: doveva tornar su, al suo lavoro. Col passare delle ore, lentissimo e febbrile, col venir della ,;era, l'angoscia cresceva, insoffribile, da non poter durar più, da doversi infrangere e infrangere lei nello sforzo di reggere. Quando le riportarono la Lucia, si chiuse in cabina, a segreto. 1Matanto, se fosse venuto, che poteva far lei? Ellis Ailand, lei e la Lucia. La Lucia. che avrebbe fatto della Lucia? Poterla dare a Vincenzo; poi per lei non im.portava. Ma, e per avvisare Vincenzo? Lui, lui avrebbe potuto. Lui poteva far tutto, lui, lui. Sul tardi bussarono : ma era la Margherita a domandarle perché non era ,scesa a man– o·iare · se aveva biso 0 ·no di nulla. Attraverso l'uscio Maria rispose b , O che aveva·un po' di maldi testa. La Lucia si era addormentata, di ibliotecaGino Bianco
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