Pègaso - anno IV - n. 3 - marzo 1932
34-6 D. Oinelli - Poverina; sposarsi .... Vincenzo non avrebbe rn.a,idovuto i-ape11equesto. Avrebbe sep– pellito quel rossore, quel bruciore della carne, dentro di sé, dove ·.nessuno poteva vedere, dove nemmen lei poteva guardare, per sempre. Il braccio le bruciava come per una scottatura e il bru– ciore si spandeva dentro di lei, a ond'e, dappertutto. Vincenzo non avrebbe mai dovuto sapere questo. Aveva paura di guardare nella confusione dei suoi sentimenti: paura di quel che ci poteva vedere. Aspettava con gli occhi tesi in uno sgomento senza scampo sotto a quello sguardo che nella dolcezza della carezza era ridiventato mite e un po' triste, come prima. Quel braccio magro come gli ultimi quercioli stenti e contorti dalle nevi e dai venti, clie fanno sulle balze, magri della magrezza della terra; quella poca carne un po' lente, rilassata, che pareva pendere dalle ossa, quella pelle liscia con l'incarnato bruno della gente di monte; e le palpebre e il cuore che battevano come ali di un uccello spa,urito, immobile, sott0 il falchetto che cala; quelle gambe magre che si stringevano al petto, magre come lassù, da ragazzo, nei campi. ... A un tratto il suo viso si chinò tanto vicino che essa non ne vedeva più le fattezze che come in una nebbia calda, di carne, di volontà. Poi sentì il ticchettìo dell'interruttore : il buio. - No, no, sennò chiamo. - Le mani si prendevano, si graffia– vano intorno .all'interruttore : la luce: la luce, la luce .... ah, aveva lasciato andare : Iddio sia lodato, la luce. - Che vuoi chiamare '? Lo sai che cosa t'aspetta : Ellis Ailand. Addio America. - Era già lontano, nel mezzo della cabina. Pa– reva che qualche cosa si fosse allentato dentro di lui, come una molla. · Pareva cattivo eppure faceva pietà. A un traitto apri la porta, di scatto, e la richiuse dietro di sé, piano. Era sparito. xv. Era come se avesse sognato. A volte pareva che non si ram– mentasse di nulla. E a volte si doveva -scuotere per dprendersi; per non lasciarsi andare a rivivere quella torbida angoscia: era come se ce la conducessero, su uno scivolo, e poi ce la tuffassero a forza. Se Dio vuole, c'era tanto da fare, la mattina; ci si può an– che_intontire nel lavoro. Star sola, però, questo si, che cosa non avrebbe dato per essere lasciata uR po' sola. E invece pareva che la Margherita le stasse alle calcagna e l'osservasse fra sé di sot- tecchi. ' - Ma il Sanmicheli come mai non si vede più ? Eppure da lei ci veniva volentieri. BibliotecaGino Bianco
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