Pègaso - anno IV - n. 3 - marzo 1932
Lucia 345 che sono nella natura delle oose, come una parentela o un privilegio di nascita. Il suo polso diventava più frequente, il respiro più corto e affollato si rompeva a tratti come se non potesse più reggerlo. Pareva che non lo potesse guardare, non lo vedeva, ma era tutta ricinta dell'ali:me di una volontà che vinceva, annullava la sua. Entrava in lei un'ansietà, una necessità primitiva di obbedire, di fare quel che voleva lui. - Qùant'anni hai? Nel parlare, si passava spesso una mano sul viso, come per isolarsi un momento o nascondersi. - Vent'uno, li ho compiti a marzo. - Forse era troppo gio– vane, la legge .... - Ho una figliola dell'età tua. Ma chissà dov'è, ora. Sei mai stata a Tojan' delle Botra? -- Teneva lo sguardo per terra, ma quel sorriso mite, un po' triste, non si dissipava. - Nossignore. - Già voi montanari non vi muovete mai dai vostri monti. E se vi muovete, andate in America. In America sì, ma scendere al piano è un viaggio. Eppure per la fiera ne venivano anche di lassù. -Ma lo sai dov'è ? - Sissignore, nel piano. - Ecco, nel piano veramente .... Il paese è su una costa e la villa sul poggetto difaccia. Ma già per voi di .Yontelandi, persi lassù fra quei monti, sarà piano anche quello. Io stavo a Tojano, da giovane. Essa seguiva le sue parole con uno sfor;,;o di attenzione intenso, sgomento, come per non smarrirsi e doversi accorgere di quello che correva sotto alle parole, di quel colloquio più profondo, il solo che importava, nel quale le parole risuonavano con echi vaghi e sonori; dal tono della voce, da un' esitazione o da un soffio più caldo, si destavano prolungandosi in lei vibrazioni lunghissime come in un'acqua corruscata dalla caduta di un sasso. Si sentiva portata dalla cresta di un' onda che ora la spingeva avanti irre– frenabilmente, ora arretrava portandola via nel risucchio. La di– stanza fra di loro ora si ristrettiva vertiginosamente preparandosi a un cozzo inevitabile, da r:hiudere gli occhi, aspettando; ora si allargava, si apriva in un gorgo profondo. - E così ti va,i a sposare ? - Alzò il viso e _le pose sugli occhi un sorriso freddo, ironico. Maria fece di sì, col capo, più volte. Non poteva più parlare, l'agitazione le mozzava il respiro. Non era paura, era un'angoscia, un'oppressione nel petto. Allora lui si alzò in piedi e le prese una mano. A un tratto sì era fatto serio in viso e aggrottava le ciglia. E prese a lisciarle il braccio, con l'altra mano, entrando sotto la manica. ibliotecaGino Bianco
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