Pègaso - anno IV - n. 3 - marzo 1932

La Smwla Media otto a,nni dopo la Riforma 329 quell'analisi logica che nelle scuole d'oggi non si insegna più O si insegna male. Ma, a parte questo, io non credo che sia stato bene introdurre il latino nell'Istituto tecnico, né che il Liceo scientifico sia un buon istituto. Si è raggiunto un fine del tutto opposto allo scopo della Riforma, che avrebbe voluto distruggere ibridismi pedagogici e ne ha creato, invece, altri molto più pericolosi. Dai nostri Licei scien– tifici· escono giovani, la maggior parte dei quali, ottenuta la li– cenza di maturità, si dedicano a .scienze sociali, a scienze politiche, o agli Istituti di commercio e di a,graria, a quattro tipi di istituti superiori in evidente contrasto tra loro, laddove meglio, molto meglio, ossia molto più naturale, sarebbe che gli studenti di scienze socia,Iì e politiche provenissero tutti da~ Ginnasio-Liceo classico. Chi avesse oggi il coraggio di restituire all'Istituto tecnico di un tempo la sua fisionomia e la sua . solida base rafforzandola con programmi più consoni allo spirito moderno, insistendo special– n1ente sull'insegnamento onesto e sicuro di una lingua moderna, ,e cacciandone via il latino, ed eliminasse il Liceo scientifico una volta per sempre, perché è un duplicato dello sfortunato Liceo mo– derno, farebbe opera chiarificatrice. Un Istituto tecnico inferiore di cinque anni, quanti sono quelli del Ginnasio, e uno superiore di tre anni distinto in tre sezioni, la fisico-matematica, l'agraria e la commercio-ragioneria, bastano al nostro scopo : dalla prima usci– ranno gli studenti di ingegneria, che in parte escono anche d'al Liceo classico; dalla seconda, gli studenti di agraria; d~ll'ultima, ragionieri e studenti di scienze commerciali, che in parte si for– mano anche negli Istituti commerciali inferiori. Ma, per carità, liberiamo le scienze .sociali e le politiche da quella massa amorfa e poco colta dei giovani che oggi ne popolano le aule, i migliori dei quali non sempre riescono a scrivere bene nella lingua nostra. Le Commissioni dli maturità hanno sottolineato troppo spesso la grave .condizione culturale dei maturandi dei Licei scientifici perché noi dobbiamo richiamare su questo delicatissimo argomento l'atten– zione delle autorità. Ma possiamo però esporre chiaramente il no– ?ltro punto di vista che coincide, non per desiderio di popolarità dalla quale rifuggiamo, con i voti delle· famiglie: oltre la scuola magistrale, due istituti devono esserci in Italia, il classico e il tecnico, e una scuola di avviamento al lavoro, e accanto ad! essi quei pochi istituti industriali e commerciali che hanno reso fino ad oggi ottimi servigi perché siano, pochi quali sono, eliminati. Evi– teremo così il mal costume dei rapidi passaggi da una scuola al– l'altra, e sfuggiremo all'inconveniente del Liceo scientifico, che è diventato, in otto anni, il rifugio dei giovani che, troppo orgogliosi per seguire gli studi tecnici, e impreparati o svogliati per seguire le scuole classiche, hanno trovato, :finalmente, un istituto di co- BibliotecaGino Bianco

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