Pègaso - anno IV - n. 3 - marzo 1932

328 Utinmn colosa rettorica. Credo che quello sviluppo e quel processo storico non lo capiscano facilmente neppure i giovani della facoltà di Let– tere, e nego che possa intenderlo davvero altri che non sia dotato di speciale interesse per quelli studi. Soprattutto nego che pro– grammi così ampi in tante materie di esame giovino a fortificare _la mente dei gioyani, che è l'unico e vero scopo della Scuola Media. 'III. Così stando le cose, possiamo dire che la Riforma dei programmi è rimasta vittima di principii teorici che la pratica ha poi dimo– strato del tutto errati. Ed errato, purtroppo, è anche il criterio– in nome del quale si è introdotto lo studio del latino nell'Istituto– tecnico inferiore e .nel Liceo scientifico : qui, anzi, l'errore è stato– più gra,ve ed ha perfino dato origine a paradossali proposte sullo stuòio d'ella lingua latina in genere. Al Liceo scientifico, istituto creato nel 1923, .si può accedere o dall'Istituto tecnico inferiore o dal Ginna,sio, ma la maggior parte degli alunni vi giunge daU'Istituto tecnico inferiore. Orbene, in questo, il latino si studia in maniera speciale, così da poter tra– durre dal latino e non dall'ita,liano in la,tino ; nello Scientifico~ invece, si deve saper tra.durre anche in latino, e cosi avviene che giovani i quali non si sono ma,i cimentati in traduzioni dall'itaHano e hanno invece studiato una grammatica tutta speciale, ben nota nell' ambiente scolastico c0l nome di << grammatica del latino tecnico)), affrontano in quattro anni là difficoltà della versione dall'italiano per la quale non poche volte sono poi bocciati all'esame di maturità. Del resto, quale lingua, morta o viva che sia, si può insegnare come si vuole sia insegnato il latino nel Tecnico infe– riore ? A tutti può far comodo di conoscere -ima lingua moderna superficialmente,. per essere più o meno in grado di legg~re, nel– l'originale tedesco o inglese, periodi o pagine intere di libri che interessano i nostri studi e la nostra professione, ma portare nella scuola il dannoso criterio della superficialità (e per una lingua morta), ·a me, e non solo a me, sembra un delitto contro la Scuola. Ohi non si esercita a tradurre dall'italiano in latino non sa nep– pure tradurre d'al latino; né vale citare l'esempio del greco che offre difficoltà di vocabolario e di sintassi, le quali esigono maggiore· attenzione nel tradurre dal greco che non quella solitamente spesa dagli alunni nella traduzione dal latino, da una lingua molto vicina morfologicamente lesskalmente e sintatticamente alla nostra. Quel criterio annulla l'efficacia formativa dello studio del latino, che nei corsi inferiori classici è necessario soprattutto per questo, perché l'esercizio costante delle traduzioni da.lllitaliano abitua l'alunno a BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy