Pègaso - anno IV - n. 2 - febbraio 1932

Due ann.i insieme anc6ra. Tutta 1a vita· era davanti a loro,· bastava sapere as:petta,re ùn altro po'. _ ._ Frattanto, :finita la crociera, Da,rio fu destinato a Napoli anziché ad Ali1eona, c.òmè aveva .chiesto per ess.ere più vicirib a casa; per lo· statò 0Fmai a;vanzàto €I.ellagravidanza di· Ada, non par.ve prudente ne:rmune:no a lui chiamarla con sé; dové accontentars i dì u na breve visita, troppo breve, piena ·dellà vicinanza affettuosa e. indiscreta dei familiari. •Già col ventre deforme, Ada sembrava anclie in volto · tumefatta in pa~te ; era mite e tri§lte; senia parola diceva : ((non' andare via)). Non lasciò mar tutto il giorno di tenerlo per mano ; , tuttavia Dàrio la sorprendeva talvolta a guardare in terra ai' suoi . piedi, con lo sguardo allucinato ·e fisso di chi pensa a una cosa c~e non è _dove.guarda. - Ada, clie cosa gNardi ? Ella faceva visibilmente uno sforzo per distrarre lo sguardo· da - . r . . quel punto ; e a Dario batteva st:r'f1,J\am~nte il cuore. indovinando che ellru stava g·uarda,ndo dentro di sé il mif,tero che ie nrusceva dentro. ((Dopo, dopo)), pensava Dario, ma se nza più impazienza, divenuto anche lui, quasi timido e pieno di u.na do~ce pietà, come si cammina. in punta di piedi per non sveglia re ch i' dorme; sapeva che, ql/-ando il bambino fosse nato, la loro felicità- sa,rebbe ricominciata di nuovo. Il tempo d el parto c adde proprio durante la sua lice;nza ~i Na– tale; Ada era anc6ra.in piedi quando arrivò il marito; di veder~a così trascinarsi da una· camera>'all'altra,, l"l:fignrata.sfinita, avendo negli occhi la stupefazione dol<:>rosadi chi non vede niente oltre il 'suo dolore, egli era spavep.taito, oppresso alla gola·qua§li come da un in:g,@mbr0:fisic@. « Dopo, dopo)), si ripeteva, meccanicamente, ma acl!esso non riusciva &•pensare più in là di ciascun momei.1to. Npil gli permisero di assistere al parto; stette in una. camera accanto dicendo a se stesso che ella ,avrebbe gridato ·come tut~e gridano,· anche se tutto va bene, e èhe di ciò non si doveva aver paura, e tuttavia trasalend_o a ogni SUOJ!O, a ogni v@ceper ,il terrore cµe in- _ cominciasséro quei gridi che già, aspettando, gli laceravano il cuore; {G Dio,_ Dio)); \iicbva fra sé ·e sb.-con l'a,n~mo di un bambino, e con tutte le forze dell'anima cercava di saltare a pie' pari :qùell1òrri~ bHe gior·no, di arrivare col p~nsiero a dopo. -« Dopo, quando questo sawài fr'fltito .... J). E si ricordava:_ di Fiesole; la. felicità di dopo sà-, rebl'>e ricom.incifl,ta da ·capo, non c'era nessuna felicit~ diversa,. dl'l,_ q'llella cb.e essi. avevano. già vissuto. I gridi di lei risonarono spaven– tosi, come .se.fosse notte e la casa vuota; anche a· Dario avvenne. dì gridàre, tanto spasimava a sentirli. Poi un ·silenzio, poi altri gridi, poi un grido più disumano degli altri; poi silenzio anc6ra: Il pianto sottile del bambino giunse fino a Dario; dové sedersi, e con:r~ primersi ff cucire, gli tremavano le ginocchia,; si accorgeva· di v-e!I'sarecopiose la0rime che gli rigavano la faccia. Non seppe mai· · teca Gino Biaqco · • t,......

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