Pègaso - anno IV - n. 2 - febbraio 1932

LA OA,SA DI ·GOLDONI. I lettori dei M émoires sanno bene che il gran comico venne al mondo in un rn.Òdoa-ssai goldoniano : facilmente, tranquillàmente, senza tram– busti in casa, e se!l!l.~3'. trop,pa pena della ,sua mamma giovinetta. (Que– .sto, alment>, crelileva lui, passati se,ttant'auni ..e più da qu~l giorno del f~Tu,bra,io· 1707; e certo gli piace.va di crederlQ, perché poteva trarre dal l1@'l!l~aiI!lissimo rnizio .1111 oro scopo lie to per· la fine purtroppo non lontana, " q·1Wasi! u.lli' est-rema. rprovvis,ta, di umor sereno nell'appressamento alla IliJ.())['00). Era ·uno degli ultimi gi0rni di carn.evafo; e anche in quellà parte solitaria della, città; tra il ponte dei N'omboli e quello di Donna Onesta, c'era folla di maschere e di vefade, di robe e ,di zendali, che andavano a spasseti. ,Si faceva là presso, - e si fa anc6ra, - il traghetto a, Ca' Garzont :·la via pÌù spiccia per andare in Piazza, chi venga dai Frati e da, Santa Marglilerita. Arlecchini e Prilcirielli, Gnaghe col putto e Dia– voli_con la vescica, Oonzacareghe e Scoacamini,• Dottori e Ve~ditori di rabbia per i .sorci, l'iempivano la calle dei loro strilli da matti; cui fa– eeyamo eco le risate a_cascatella delle ragazze, mezzo nascoste dietro le gelos,ie. Dall'altra; parte, sui rio di San. Tomà, che proprio in quel punto, . J!)I'Oi!l)ci@ ai pi!ecl.idi Ca''CentaEti, si rigira come lilna biscia ai cui pestino la 0od31,itraiscorreva,Ei,o gònd0le di òasada e da lllsOlo, segrete e sileD~iose tra il vocial'e iroso dei gondolieri : '- S;ìa ti, che vàdo de longo. - Anca mi vago-òle longo, dà iDdrio do vogàe. - Vustu ziogrur che co UDpugno te biuto le coste in co'rpo ?... -,- ,Sotto il felw, dietro i vetri delle finestrelle, appariv;a e spariva ll1'l tabarro scarlatto, un volto spettrale di bauta,, o un visetto zuccherino di dama: occhi stupiti e bocca dispettosa, sotto la :parrucca candida, e il tricOl'JilO òi velluto nero, tal quale nei pàstelli {li Rosalba. , _ . Il piccolo Goi<iloni, coricato :nel gran letto, accanto alla sorridente sigm@ra Margherita, rnm vedeva e non sentiva nulla, immerso ancora _Rel lmio e Del ,si1e:nziol')renatali; ma la vita, obbediente ad un een.no misterii(i)SOdlel destiDo, già gli s'atteggiava attorno comicament e, cQ.n cdl@ri e mGvimeRti ·da palleoscenico, con voci e risa festose. Pe:nso, per ragion di contrasto, ai Mémoires d'outr'etombe del grande Re:né; dove si assiste a un tutt'altr@ natale, dram,matico -e poco me:no che tragico, in: u11angolo de..QQlato di cittaduzza nordica, sulle rive del– l'oceano, tra gli urli e gli sconquassi della tempesta. E penso quale sco:nvenienza sarebbe stata (e in quale impiccio avrebbe messo gli sto– I"ici della letteratura) l'apparizione d'uno Ohateaubriand in pieno car-

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