Pègaso - anno IV - n. 1 - gennaio 1932

Del tradurre 57 Se desideravi una traduzione integrale di certe opere, dovevi cercarla dove nessuno si sarebbe immaginato di trovarla mai, cioè presso editori popolarissimi, che banno fama gratuita di macellai -della letteratura. La prima versione italiana diretta, completa e fedele di Resurrezione del Tolstoi la stampò il Salani, e de I De– moni del Dostojevski il Barion. E gli adattamenti! I pastori protestanti de La ca,va1ma dello zio Tom divennero naturalmente preti cattolici, così come quelli delle Fiabe di Andersen, quasi fosse proibito far sapere che esistono confessioni diverse dalla nostra. E questo non solo nelle riduzioni ad uso della gioventù, ma in ediziòni per tutti. A ricercare i casi di adulterazione, i tagli anatomici, l~ smozzicature, gli strazii inferti da non pochi traduttori,~ nuovissimi Landru della letteratura, - alle opere originali eh' essi dicono di aver «fedelmente» tradotte, ci sarebbe da farne uno dei libri più sorprendenti e divertenti che si possano immaginare. Con questo, non si vuole, s'intende, condannare le riduzioni, i sunti, le parafrasi, che si annunziano apertamente per tali e che banno la loro brava ragion d'essere. Non ci spaventa affatto l'Odis– sea ridotta a un racconto di avventure per la gioventù, né la satira politica di Gidliver che diventa un'ingenua fiaba per i fanciulli, né le tragedie di Shakespeare narrate al popolo, che difficilmente potrà leggerle nella traduzione integrale. Questi rifacimenti a fini divulgativi s9110di tutti i tempi, e si potrebbe forse lamentare che in Italia se ne faccia un uso anche troppo limitato, per un rispetto quasi superstizioso, che-è nella nostra tradizione, di fronte ai classici, considerati in certo modo come testi sacri. Abbiamo considerato gli inconvenienti cui dà luogo il tradurre da lingue che si conoscano imperfettamente. Assai più gravi sQno 'lllel1i che risultano da imperfetta conoscenza della lingua in cui si tra– duce. Non .si può concepire un buon traduttore che non sia, in– nanzi tutto, uno scrittore. Chi non sa esprimere correttamente pensieri propri è impossibile sappia dar forma adeguata a pen– sieri altr_ui. È questa la tragedia in cui si dibatte l'arte del tra– durre, per gran parte esercitata in Italia da un'oscurissima schiera di scribacchiatori come una forma di a.ttività sussidiaria per arro– tondare i proventi della loro professione, o da signore e signorine dilettanti di letteratura, che si acconciano a tradurre un romanzo francese per 250 lire (non è una cifra immaginaria) e talvolta per nulla, accontentandosi di vedere il loro nome stampato sul fron– tispizio del libro, sotto quello dell'autore. Nessuna meraviglia, quindi, se aprendo a caso qualcuno di que– sti capolavori, ·che mi guardano mentre scrivo, quasi per rimpro– verarmi di trattarli male, trovo parole e frasi come queste: il ibl1otecaGino Bianco

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