Pègaso - anno IV - n. 1 - gennaio 1932
54 E. Fabietti ranno esprimere gli stessi sentimenti e gli stessi pensieri, se chi si accinge a questo trasporto d'una in altra lingua comprenda l'anima di ambedue. La difficoltà del tra.durre puramente e semplicemente. fu pre– sente a scrittori di alta coscienza artistica. Ferdinando ,Martini, richiesto nel 1922 di tradurre Madame Bovary del Flaubert, prima rispose indeciso che non si arrischiava, sapendo << che fatica è il tradurre>>, e poi, << riletto il gran libro)), arretrò davanti alle difficoltà stilistiche dell'opera e rifiutò l'incarico. Accettò, invece., « non senza riluttanza)), di voltare iri italiano La Chartreuse ,i,e Parme di Stendhal, per cui pensava non o,ccorresse « molto sfoggio stilistico)), e nel 1923 por~ò a termine l'opera, che fu giudicata «stupenda>) .... Il tradurre, come si vede, è già si difficile per sé, che non è ne– cessario esagerarne le difficoltà, att:ribuendogli altri fini,. oltre quello di far ·conoscere un'opera letteraria a quanti ignorano la lingua in cui fu originariamente dettata. Il traduttore si indi– rizza proprio a costoro, e non anche, .:._ come vorrebbe G. A. Ror– gese, - « a quelli che l'hanno letta e delicatamente gustata>> nella lingua natia, e magari allo stesso autore,. il quale dovrebbe scoprire nella traduzione « sostanze che nel testo erano represse ed . occulte)); perché, o la versione riproduce fedelmente l'originale, e allora questo sarà sempre preferito da tutti coloro ai quali è accessibile; o la traduzione « lo esplora, lo accresce, lo sveglia>>, ,vi scopre quelle tali occulte «sostanze)) di cui sopra, cioè, lo impera in qualche modo, è allora essa non è più una traduzione, ma un approfondimento, un'opera in parte nuova e magari migliore, e come tale estranea al nostro argomento. È, anzi, necessario che il traduttore non si sovrapponga in nessun modo all'autore, ma si sforzi di conciliare le esigen'?;e del suo stile personale con. la necessità di non alterare il testo. In questa conciliazione consiste- appunto la maggior difficoltà del tradurre. Ogni opera letteraria di genere narrativo ha una propria materia e un proprio carattere. I suoi personaggi vivono e agiscono in un determinato àmbiente'di tempo e di luogo e in unarparticolare atmosfera spirituale: l'autore adatta la sua forma ve·rbale, il ~mo stile ad ognuna di queste concrete particolarità: Non -solo ma egli è scrittore del suo tempo, e non può astrarre dalle vive f~rme correnti della sua lingua, che non sono. quelle 'di un secolo prima. né saranno quelle di un secolo dopo. Orbene, l'opera del tradut– tore dovrà riflettere queste particolarità, perché non vadano per– duti il carattere e il colore dell'originale. A nessuno può venire in mente che si possa tradurre con la stessa disinvoltura stilistica I dolori del giovane W erther di Goethe e ,un romanzo umoristico . del Wodehouse. · BibliotecaGino Bianco·
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