Pègaso - anno IV - n. 1 - gennaio 1932

52 E. Fabietti nostre donne e faceva conoscere agli Italiani .Sudermann ro- ' . manziere, la Suttner e la Viebig, di cui si deplora che nessuno abbia mai tradotto Il pane q1wtidiano, suo capolavoro. Ora questi scrittori trànne la Werner, non si leggono quasi ' . . ' più. Parve, ed era, una, scoperta il Rosegger, ma non rmsc1 a raggiungere una larga difl'.usione. Dei Tedeschi è ora letto il Ludwig, che passa per un grande biografo, e il premio Nobel per la let– teratura mise in luce, tre anni or sono, Thomas Mann, ma la sua opera maggiore, I Buddenbrook, voluminosa storia della de?a– denza di una famiglia, pubblicata in buona edizione economica l'anno scor.so , ebbe fredda accoglienza dal pubblico, e la critica neppure la notò. Degli Scandinavi, Ibsen è scomparso dai nostri palcoscenici, come la Bremen e la Oarlen dalle nostre case borghesi; Strindberg, Bjornson, e Selma Lagerlof fecero una fugace apparizione fra noi. Alcuni lettori dal palato più, fine leggono ora Bojer e dovreb..: bero leggere Il libro del piccolo Svendi Geijerstam, stupenda storia di anime, apparsa quest'anno, inavvertita ai critici, in una nuova collezione dell'editore Vallecchi. Quanto agli Spagnoli, soltanto l'Ibafiez conserva in Italia un certo numero di lettori, che trovano una diecina di volumi suoi in edizioni popolari sui carretti di venditori ambulanti, piuttosto che nelle vetrine dei librai. Qu,esto sguardo panoramico alla nostra letteratura di importa– zione ci dimostra che i grandi narratori stranieri di u:n tempo non hanno più presa nell'animo dei lettori italiani di oggidì. Perché? Forse dalla Francia e dalla Germania, dall'Inghilterra e dall' Ame– rica; dalla Russia e dalla .Scandinavia ci è venuto in sostituzione qualcosa di meglio ? No. Questo principio di secolo non ha prodotto,,, un solo grande maestro del romanzo che regga al confronto coi mol– tissimi del secolo scorso. Ma nelle cose dello spirito, come in quelle del senso, la gente agogna a novità, e la moda è sovrana. Soltanto i più umili amici dei libri, - operai e contad~ni, - sono conservatori e tradizionalisti in fatto di letteratura, e ri– mangono fedeli ai capolavori autentici, come La, Capanna dello Zio Tome il Qit,o vadis ?, che saranno anc6ra vivi cni sa per quante generazioni. Abbiamo visto, in generale, che cosa si traduce : vediamo ora come si traduce. Si crede comunemente che tradurre sia da tutti· e costituisca per gli scrittori un'attività di ordine inferiore. È raro, infatti che l'autore di un libro originale, anche mediocremente noto: accetti u.n lavoro di traduzione, tranne in casi specialissimi. Non si vuole intendere che tradurre bene uno scrittore straniero ·€ fare BibliotecaGino Bianco

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