Pègaso - anno IV - n. 1 - gennaio 1932

Ulrico di Wilctmowitz-Moellendorff 15 ·a rendere questo nuovo testo oscuro e inintegrabile. Il Wilamowitz Fha spiegato e integrato già n_ell' editio princeps del 1903, e dopo lui pochi si sono cimentati con Timoteo, nessuno, mi sembra, con buon successo. Qui le analogie erano singolarmente lontane e vaghe: dei posteriori, _un giambografo ellenistico, _Licofrone, che ha in co– mune con Timoteo le intenzioni enigmatiche, sciaradistiche, ma è di stile insomma diverso; dei contemporanei, alcuni cori nelle tra– gedie più recenti di Euripide, che sono, come Timoteo, libretto per virtuoso di musica. Con tutto ciò l'editio princeps contiene non solo il testo, parafrasato virtuosamente nel greco degli scoliasti, non solo una valutazione degl'intenti politici che Timoteo ebbe in vista qui, ma anche una storia densa e compiuta di questo ge– nere di poesia. Un combinatorio e un intuitivo di tal fatta non poteva essere buon filosofo. Io non so se filosofo nel senso più proprio di tale parola, la quale contiene in sé, mi pare, la nota del pensiero razio– nale, fosse Federigo - Nietzsche; ma certo antifilosofici e afilosofi sono i due pamphlets sulla << Filologia dell'avvenire>> che il Wila– mowitz gli scagliò contro nel '72, e primi diffusero il nome del gio– vane dottorino oltre le cerchie, di necessità ristrette, che avevano letto la sua dissertazione di laurea, uscita nel '70. E anc6ra nel 1919 il Wilamowitz ha pubblicato una biografia di Platone, che, se pure rende bene giustizia a tutto ciò che di profondamente umano e greco e attico e di storicamente determinato fu nell'animo di un pensatore, che tuttavia in un certo periodo della sua vita volle trasumanare e divenne disumano, astrae quasi da ciò che nella sua opera è filosofia pura e filosofia trascendente, la logica e l'ontologia: intender. tutto Platone senz'esser filosofo è impresa disperata. Io oserei persino dire che il problema della scuola classica, cioè della formazione spirituale della classe dirigente, sul quale il Wilamowitz spesso scrisse, non fu da lui veduto, come pur doveva, :filosofica- mente. _ · Si può anche dubitare se il Wilamowit~ fosse più :filologo o più storico. Uno dei libri nella loro brevità più ricchi s'intitola Stato e Società dei Greci; egli non solo studiò, con amore e con frutto, la cronologia tucididea, ma indagò con altrettanto abbandono come se si trattasse di una poesia guasta e difficile, la topografia di Atene, di Tebe, dei campi di battaglia della guerra del Peloponneso narrata da Tucidide e dei santuari greci descritti (spesso, com'egli provò, di seconda mano) da Pausania; e topografia e storia delle battaglie sono proprio specialità tra le più tecniche, di quelle che ripugnano a tutti tranne agli storici più appassionati del loro mestiere. Della - storia delle istituzioni attiche fu addirittura specialista: tale lo mostra la parte maggiore dell' Aristoteles und Athen (1893) di cui abbiamo detto; tale alcuni articoli su oratori attici, tale una delle ibliotecaGfno Bianco

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