Pègaso - anno IV - n. 1 - gennaio 1932

2 Lettere di G·iovanni Pascoli al pittore Antony De Witt Le altre lettere sono scritte le più di campagna e riguardano il suo lavoro. Quanti dei suoi propositi non poterono effettuarsi! Confessa la sorella Maria dove parla di Lui che per tante ragioni non gli riuscì ' ' . mai, nemmeno per un giorno, di poter attendere all'opera _sua m pace. Romanzi, drammi, componimenti poetici rimasero o solo m abbozzo o ammezzati o senza l'ultima rifinitura. La Befana, gli esametri della Ba– tracomiomachia tradotta, le scene dell'Anno mille, attorno alle quaJ.i mai ebbe a contentarsi. I fiumi sono in piena. Ohi sa quando partirà questa lettera! Possa io avere un poco· di fortuna nelle mie cose .... Io ho avuta una grave crisi domestica finanziaria, tra matri– monio, trasloc o, ca mbiamento di carriera, dalla quale crisi sto rimettendomi alfi.ne . :Ho tre o quattro libri alle mani, che presto, spero, mettera nno l'e quilibrio nella mia povera dissestata azienda,, che Mariù con _sovrana dolcezza e fortezza regge ora. Dovresti -venir quassù in questi· luoghi incantevoli. Allora io sarò rifiorito e avrò terminato, o quasi, i libri noiosi : avrò potnto cornprarmi un fucile e prendere la licenza di caccia col fucile e con la civetta. E si andrebbe in caccia .... di ispirazioni. (Oastelvecchio cli Barga, 20 agosto 1896). Caro, oggi è il mio anniversario. Oggi termina un anno brutto della mia vita-. Domani comincia un anno che sarà quel che sarà. Ho voluto ricordarmi al mio giovane soave amico, all'artista che io amo. Ho quasi terminato un volume scolastico di più che cinque– cento pagine. E altro ancora. Non ho avuto un giorno, un'ora libera. Poi, io m'ero messo in testa di guadagna,rmi un fucile con poesie. Nemmeno un numero indeterminato di esse, l'avrebbero pagato. Era dunque per disperato, quando il mio tenerissimo e bravissimo amico De Bosis, che seppe lo scacco, mi mandò per Ceppo un bel ·fncile. ·Il tuo affaticato G. (Barga, 31 dicembre 1896). Senti : prestissimo voglio fare un periodico mensile così conce-, pito. Intitolato Far1,um Vacimae (Vacwna era una deà sabina che valeva Bellona dea della guerra, ~ meglio Victoria, ma i Romani la prendevano, a quanto pare, per la dea della vacanza, dell'ozio letterario). Un tempio suo in rovina (pu,tre) er~ presso la villa d'Orazio) e dall'ombra sua Orazio data un'epistola (I, 10, verso 49: post fanit-m pittre Vacunae). Sarebbe di _due fogli, in questo come i giornali quotidiani ma piccolo abba,stanza, a due colonne. Uno dei fogli porterebbe un'intestazione non allungantesi per tutta l'esten– .sione del foglio ma d'una sola colonna, - post fanum, - l'altro, nel medesimo modo, - post farvu,m P'l!tre. - Il primo sarebbe di BibliotecaGino Bianco

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