Pègaso - anno IV - n. 1 - gennaio 1932

128 E. NARIS0HKIN-KURAKIN, Sotto tre Zar sioni di ammirare la •sua intelligenza e l'appropriatezza dei suoi giu– dizi». Poco prima ch'egli morisse, aveva conosciuto, si~patizzanclo_subito con lui, il Dostojevskij, che frequentava allora il salotto della contessa . Tolstaja, la vedova del poeta e drammaturgo Alessio Tolstòj : « Sempre mi appariva come se'portasse intorno al capo una corona spinosa di sof– ferenze vissute; quelle ,sofferenze che avevano fonalzato la sua anima al di sopra di tutto ciò che è terreno, e che gli avevano dato tanta penetrante profondità, tanta carita,tevole intelligenza per le sofferenze degli altri. - Dostojevskij amava le discussioni a due, e anche quando prendeva parte ai discorsi di un gruppo, finiva col rivolgersi a un'unica persona e pro– seguire con quella da solo a solo. A misura che la sua voce sommessa andava sempre più abbassandosi e gli occhi, nel suo volto p-allido e ma– cilento, cominciavano a luccicare, nel discorso si facevano sempre più frequenti le pause». Dalla regina Margherita ella era stata ricevuta una prima volta al principio del 1900; trovandosi di nuovo a Roma nel 1905, tornò ad ossequiarla, nei giorni in cui era ancor vivo lo sgomento per l'uccisione, avvenuta a Mosca, del granduca ,Sergio, zio dell'impera– tore: « La trovai attraente come sempre, e tuttora animata del più caldo interesse per la vita dello spirito, per la musica, la ,poesia, la scienza. Il discorso cadde ben presto sui tragici eventi di Mosca, ed essa non ,sapeva capacitarsi del come la granduchessa Elisabetta avesse po– tuto andare a visitare in carcere l'assassino del suo sposo. - No, io non comprenderò mai che cosa l'abbia, spinta a far questo! -. esdamò la Regina, coprendosi il volto con le mani». Questa donna, che vedeva l'unico difetto della contessa Tolstaja, e del suo salotto letterario, nel}' « eclettismo della sua filosofia raziona,– listica », e non aveva paura di passar per bigotta a dirlo forte, seppe rimanere fedele alle .sue idee sennate e chiare con un'intransigenza che in una Corte, per quel che ne possiamo giudicare noi; appar quasi favo– losa. Mentre liberali come il presidente della Duma Rodzjanko raccon– ta:o.o con compiacenza i loro contrasti con Rasputin, e reazionari come il capo della polizia segreta Vasiljev tentano di farne una vittima inge– nua delle calunnfo rivoluzionarie, la Naryskina può parlarne con dignità incompa,rabilmente maggiore: « Chi era quest'uomo che ha esercitato tanta influenza non solo su alcune persone, ma addirittura sull'anda– mento delle cose del mondò ? P(lr impressione diretta non sono in grado di dir nulla su di lui, perché non l'ho mai veduto, e sempre mi sono rifiutata di fare la sua conoscenza» .. Non erano molti ad avere anc6ra una sensibilità morale cosi delicata, intorno all'ultimo iinperatore. LEONE GINZBURG • . . UGO OJETTI, Direttore responsabile ~-------------- PIETRO PANCRAZI, Segretario di redazione TIPOGRAFIA ENRICO ARIANI - VIA SAN GALLO, 33 • FIRENZE. BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy