Pègaso - anno IV - n. 1 - gennaio 1932

P. MILANO, Less'ing 123 PAOLOMILANO, Lessing. Profili N. 111. - Formiggini, Roma, 1930. L. 5. « Se indirizzandosi ad Opitz lo si dev.e chiamare insegnante privato e a Gottsched professore incaricato di letteratura tedesca, non si può privare Gottoldo Efraimo I~ssing (1729-1781) del titolo di professore ordinario e di consigliere relatore col predicato di Eccellenza. Egli non è noioso quanto quelli che s'amioian con lui. Ma non è nemmeno il genio alato e il portatore di fiaccola che in lui si è voluto esaltare». Cosi comincia a parlar:e di uno. dei. precursori della grande aurora di W,eimar il Klabund in quella sua arcisintetica, arrischiata ma geniale Literaturgesohiohte che il Phaidon Verl!),g di Vienna ripubblica ora insieme a tutte le opere del troppo presto scomparso giovane poeta, nar– ratore e critico tedesco. Il quale non si ferma peraltro alla paradossale battuta d'inizio, ma rileva subito i merit;i. di Lessing scopritor di valori tedeschi, sbaragliatore delle idealità dozzinali e della, francofilia teatraJ.e di Gottsched, esaltator~ di Shakespeare, rievocatore del mito di Faust e rinnovatore della favolistica. SI:\poche righe dopo dirà del Laocoonte ch'esso << al suo tempo ha gettato più allarme che oggi non faccia nelle classi superiori dei ginnasi» non mancherà d'aggiunger subito delle prospettive sul tempo ~ sullo .spazio, sul sogno e sull'eternità dischiuse da quel trattato e della necessità di muoversi e di muovere che, con un entusiasmo da berlinese d'oggi, il <<professor>> Lessing derivava pei poeti confrontando l'arte loro con la- natura statica delle arti figuratiYe. L'arte critica di Klabund consiste tutta di conclusioni derivanti da un rigustamento intelligente dell'antico materiale letterario con moder– nità di spiriti e in una spesso temeraria, sempre suggestiva interpre– tazione poetica opposta ai luoghi comuni e all'arida pretenziosità (lei. filologi. Ma se non ci §i chiama Klalmnd, il dilettantismo di questo sistema non compensa di ciò che, sia pure con una fatica inadeguata ai risultati., ricavavamo- dall'ormai tramontato metodo storico-erudito. Il quale ul– timo, è vero, aveva il difetto di r~ndere impopolare la lettera.tura e la storia. Ma le vite romanzate, esempio recente di volgarizzazione, non per– suadono viceversa il lettore a far a meno di leggere un poeta dal mo– mento che ne conosce la, vita.? La biografia, spesso importante ma sempre secondaria, prende il posto p_eWessenziale. Il metodo estetico dimenti– cava l'uomo per l'op,era e i romanzatori d'oggi fan dimenticare questa snaturando quello. Lo si snatura anche quando, come fa Emil Ludwig, · lo si mette in troppo prepotente primo piano rispetto al tempo. Il tempo sta lì per esser vinto dai grandi, ma gli errori di prospettiva sono errori di sostanza. Occorre, per parlar di un poeta, essere artisti e per com– prendere un politico, un personaggio storico, esser psicologi. Ma non basta. Paul Wiegler allinea, nella sua monumentale Gesohichte der deutsohen Literatur dalle origini ai nostri giorni pubblicata ora dall'Ull– stein Verlag di Berlino, individui accanto ad individui e lascia che le tendenze risultino dall'analogia dei casi e dalla casualità degli incontri. Il sistema è lodevole, non è p_e.rfetto: a bassa quota le tendenze contan più dell'individuo. Comunque conviene aver occhio pei panorami quanto per le figure e, tanto nello spazio che nel tempo, tener conto che popolai-i

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