Pègaso - anno IV - n. 1 - gennaio 1932

::!.18 J. FAY.A:RD, Mal d'amour __________ _;_ __ _ licità ivi goduta con Florence, l'altro, paternamente commosso dell'im– magine di lei fermata in tutte le pose in, tante tele che gli han data la celebrità se non la gloria. Vedendo il marinaio, l'unico che abbia sul serio gio~ata la sua vita per amore, Dolent esclama che costui gli ruba H fantasma· ma credo che se il fantasma come in certi drammi, potesse parlare, direbbe che in quella spiaggia f~a i tre l'intruso è proprio lui, è lui a rubare il fantasma al vecchio pittore e ancor più al «vinto» per amore. Perché, si, anche Jacques Dolent ha amato Florence, com'egli s'accorge sempre quap_do,l'ha perduta; ma non ·s'è mai compromesso, e Florence gliene ha data più d'un'oc,c·asione, fino a dirgli una volta, come nelle tipiche situazioni centrali di tante eroine romantiche: por– tami via, ma presto, dove vuoi. Grigio eroe del contrattempo e della perplessità, Jacques Dolent non sa mai decidersi. Questa caratteristica, che ,è la costante del suo modo d'essere di fronte all'amore e forse di fronte a tutt~ la vita, ,si scopre nel romanzo fin dal principio, nella scena in cui Florenoo càpita con un'amica in campagna dove si stann,o facendo le manov:re (Jacques è allora soldato artigliere) ; e, riconosciutolo, improvvisano una colazione sull'erba. Jacques chiama un compagno popolano; sono in quattro, si rifocillano, e dopo si stendono all'ombra. Ma j_1 giovine non sa chi scegliere; l'amica è vivace e sembra arrendevole (l'episodio è uno dei più vivaci e artisticamente veritieri del romanzo), però Florence è più bell!!,,e pare che g]i piaccia di più. Invece il popolani;>è ardito, Florence simpatizza -subito con costui; ed è oerto che noli farebbero tante ceri– monie se l'amica, stizzita a un tratto del contegno incerto di Jacques, non ricordasse a Flor,ence che s'è fatto tardi e 'devono andare. Insisto sull'episodio perché Dolent è in nuce già tutto qui. Non manca nemmeno il personaggio di comodo, che qui è un amico di Jacques, soldàto come lui e che sarà come lui ufficiale. A costui Jacques confesserà d'essere inna– morato, da lui si farà accompag·nare per ritrovare Florence, da lui si farà dare notizie di lei. E questo bravo figliuolo assolve con amicizia a .tutti cotesti impegni; ma qua,n,do avrà bisogno d'un consiglio riguardo ' a un matrimonio ch'egli deve concludere con una provinciale un po' ci- vetta, Jacques se n'esce pel rotto della cuffia; e. giustamente ,consigli non gliene può dare,. proprio sù una materia che a lui sfugge da tutte le parti, Ora sembrerà strano che noi si stia a ragionare qui dei sentimenti di personaggi da romanzo come se fossero delle persone in carne e ossa' ma, .in sostanz~, il merito del romanzo sta' tutto qui, nel proporre un r~gio~ namento d1 questo genere, nel portare la discussione, per cosi dire fuori della finzione, su un terreno di realtà morale. È appunto ·per que~ta via ehe il romanzo di Fayard va considerato; e qui trova anche la sua consi– stenza. Niente di profondo, ,si badi (e ho già detto che non c',è niente di nuovo); ma se nel romanzo c'è un'unità, essa poggia sul car;:i,ttere di Jacques come nel suo centro, e il Fayard !'la tnòvare per rivelarcelo si– tu~ioni I?roba~ti. _No:n fa sfo~~o d'~utezza; l'indag~ne psicologica, de:~·1~adai fatti, d1 rado s'arriccia su se stessa, e quasi mai diventa, gh1r1goro, astratto arabesco. Forse in questo senso si può intendere ch'egli sia chiamato al teatro, dove appunto i fatti come osservava ' \ BibliotecaGino Bianco

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