Pègaso - anno IV - n. 1 - gennaio 1932
,114 E. DE MICHT<,LIS, Bugie stolo e qualche altra novella o parte di novella, dove _l'autore· lavora una materia che lo tocca meno da vie.i.no ),,s.iacome se De ,Michelis avesse dato fuo~i in frammenti un roman zo che g li si stes_seconcretando dentro più maturo dell'altro suo. Ugo di Ragazzo cresce a Eugenio in La<Yrime, e ti par d'averlo sorpreso bambino jn La nonna, tra i fratelli stretti in– torno alla madre che ha ricevuto il telegramma annunciante moribonda la madre propria : « Ma la mamma, poveretta, appena _ letto il tele– gramma aveva fatto una faccia cosi diversa dal solito (certo, se non fosse st~ta lei e non ,si fosse saputo il perché, sarebbe venuto da ri– dere) .... >>.Chi faceva quest'osservazione in parentesi, poteva, un giorno o l' altro , dive nta-re anche il protagonista di Michele in maschera (« C 'P.ra quale.be cosa nel dive_rtimento di Michele che restava estraneo a qu el di vertiment o))), e poi Attilio di Mai più e magari Alberto di Sirio; oh perché non anche il vecchio signore, confessante, in Dafne, d'aver trovato nel matrimonio nient'altro che il conflitto di due egoismi inse– parabili ? e perché non anehe il Oommendatorè di Pace, il quale accor– gendosi di morire, cosi diviso come si sente fra lo spavento per ,se stesso e la pietà verso i suoi, per questi sorride e per sé chiude gli occhi ? Questa ricostruzione dell'unità dall'esterno mostra un De Michelia · procedente per impulso intuitivo oltre il caso strèttamente personale: crear(\ Ugo od Eugenio, poteva voler dtre per lui m 1 ttersi allo specchio dei propri ricordi e ritrarsi; ma suscitar le .figure d·el v,ecchio signore di Dafne e del Commendatore di Pace ? · L'ul).ità dall'interno è forse da sorprendere apa radic(\ in Ma,i p-i,ù. L'ultimo gesto di Adamo, sceso a raccattar le coperte scivolate dal lett0 del compagno dormentegli accanto nella casa, di cura, ecco che cosa di– venta p~r Attilio guarito, in Mai pvù: « Sembra un secolo che lassù ha, salutato i crmpagni di cura: ora gli' si confondono nella memoria come se avessero tutti un pallido volto comune .... >> ; e poiché il caso gli ha. fatto incontrare in treno una bella signora, anche quel pallido volto comune è presto cancellato: « non soltanto l'odor dei capelli aveva ella addosso ma, un altro profumo che lo turbava eccitandolo. Sotto la .ca.– micetta leggera si vedeva ridere il seno quando ella rideva>>. Né sarebbe progresso spirituale destinatò a trad-qrsi in un'arte più matura, se il persorraggio, o megUo l'autore in vece sua, non lasciasse trasparire la coscienza dell'interiorità sacrificata all'esterna vita che si deve vivere e nella quale ci troviamo qualche volta peggiori, ma qualche volta, anche, per impercettibile trapasso, migliori. ,:La madre di La nowna soggetta non meno çl,egli altri personaggi del libro a quella legge li della vita, "interna messa in sordina, dall'esterna vita, chi sa se si ritr~vi migliore solo quando, in viaggio per raccogliere l'ulttmo respiro della mamma sua, sente venir meno la sordina: « Adesso la frusta non etera più, . adesso ella era sola, non più donna con la responsabilità dei bambini e della casa ma rifatta bambina ella stessa poiché ritornava, per l'ultima , volta, .dalla sua mamma>>. Aspettate di rivederla reduce dal suo dolore risoltosi in un falso allarme, accanto al marit~ e i figliuoli e il più piccino di q'uestj, appena è scesa dàl tr-eno, le si aggrappi con ia piccola mano; e giudicate: «_Al~ora per quella manina che la teneva stretta, per le peri,one amate che lamentandosi della sua assenza la rip'rendevano BibliotecaGino Bianco
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