Pègaso - anno IV - n. 1 - gennaio 1932

112 M. MORETTI, La voce di Dio retti ma somiglia distaccandosené, prevalendo. In quasi tutti i romanzi di q~esto scrittore è una, donna che accentra su di s~ i vari motivi del dramma e ne è vinta· vittima, silenziosa dell'egoismo altrui e della sorte. G uenda Barberina 'Giannetta Mimma da altrettantì romanzi sono le ' ' ' ' pallide sorelle di Oristina, in un destino comune. È stato anche osservato che nei romanzi p-iù recenti di Moretti, la rassegnazione, Ja non resi– ste~za al male prevalgono : le vittime si presentano da sé come tali, e già con le mani legate: e i quadri del racconto somigliano allora alle sta– zioni di una ma crucis di cui sia già, noto il Calvarto. Ne resta impo– verito l'interesse del romanzo e forse, contro l'intenzione dello scrittore, la· sua stessa morale. Dove è poca volontà è poco dramma. Ma nella Cristina, della Voce di Dio l'energia iniziale, la resistenza, il principio attivo sono più vivi che nelle altre eroine di Moretti. Forse per questo ella ci piace di più e certo la ricordiamo meglio. Al principio del romanzo c'è anzi in lei un allegro desiderio di vita, un piglio romagnolo. La rinunzia, q~ella morale passiva, che prevarrà poi e sempre più nel successivo Moretti, nella Voce d·i Dio è incarnata dalla, vecchia serva Menga che, nella sua umiltà, sa e giudica il male che la circonda con la certezza silenziosa di un'antica_ cieca veggente; <i faceva forse al buio l'esame di coscienza per tutti>>.... (E Menga resta tra le più sobrie ed efficaci figure che Moretti abbia creato : Il segno della croce, il·romanzo tutto della serva, nacque di lì, e non vale la vecchia Menga). Ma Cristina, fin dal pr~o incontro, oppone a quella della Menga un'altra morale: « non c'è una saggezza sola, ma due saggezze, la sua e la mia, quella che scansa il pericolo e quella che lo affronta, quella che si ritrae dalla vita e quella ·che ama la vita». È per questo amor di vita che Cristina si perde, cede alle voglie di un uomo, resta incinta, è abbandonata. Quando le si offre per via d'uscita u,n inganno, Cristina non accetta; l'energia di vivere_ le viene meno, la tristezza. la fiacca, rientra anche lei nella morale della Menga. Allora l'egoismo e l'avidità degli uomini le son sopra; « qui gli uomini roteano in alto come uccelli da preda .... » dice con immagine vera Borgese; Zio Tugnaz, Oiro Buda, Archimede (l'avaro, il presunto marito, l'amante) e quell'atroce medico . · che la opera, stringono con improvvisa rapidità il nodo del dramma;' perché sia, carpita l'eredità dell'avaro, Cristina è uccisa nel parto. La _ solidarietà nel delitto si stabilisce tra gli uomini senza che ne corra tra di loro parola; quasi che preesistesse fra loro un'intesa nel sangue · come in un agguato di notte, ora importa s~lo far presto, far sparire. ' - E queste trenta pagine della cata,strofe ci rivelano uno scrittore nuovo, un insospettato Moretti. Lo scrittore «buono», lo scrittore « in grigio », per ritrarre gli uomini del. male e il delitto trova improvvisa– mente il segno rapido, la lucidità, e quella potenza·a un tratto di pre– cipitar tutto nell'azìone che è la dote dei grandi veristi. ,Si pensa volen– tieri al Verga più drammatico delle novelle. E certo il dramma ché lo conclude dà al romanzo tm così risentito rilievo, un suggello che lo staccano .da tutti gli altri libri di Moretti; e La voce di Dio resta tra i - primissimi esempi della nuova arte narrativa italiana. Romanzo perfetto? Non vorrei avere ora l'aria di lodare questo libro a, scapito di tutti gli altri. Le qualità vere di uno scrittore né si per- . BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy