Pègaso - anno IV - n. 1 - gennaio 1932

]]O GANDHI, A1ttobfo_qrafi,a ----------- ficio. Il pensiero nostro, qui, corre sponta,neo all'anal?gia_ di Mazzini;_ il quale, tuttavia, dovette applicare la sua m~nte, b':n. più r1cc~,e versatile di quella del Gandhi a costruirsi una dottrma religiosa quasi dal nulla; -e la religiosità che 'pertanto volle insegnare agl'Italiani della Giovine Italia se ha avuto una potente efficacia storica, non ha lasciato c9si profo~de tracce, né ha esercitato un'jnfluenza così' vasta_ ed u11;iversale in Italia, come la predicazione e l'esempio del Mahatma m Indi!;!,: per– ché questi opera sulla base stessa della religiosità del suo 1JOpolo,e ad essa fa appello. Quando Gandhi si riferisce ai Veda e all'Upanishad, poggia sullo spirito millenario del popolo suo ; Mazzini !u c?:stretto . '1 improvvisare per gl'It-aliani del Risorgimento una specie di teologia anticattolica. . Anche si è esagerata l'influenza dell'umanitarismo ottocentesco eu– ropeo sùl peri.siero del Gandhi. Anzitutto io direi che, nel senso europeo della parola, il Gandhi quasi non ha un pensiero. E poi quella influenza. si riduce a due libri : Il regno di Dio è in voi di Tolstoi, e Unto this last di Ruskin. Due libri che ·solo hanno contribuito a determinare, jn questo spirito di per sé non filosofico, alcuni pensieri che in germe vi erano già. In realtà la rivoluzione che il Gandhi patrocina in India non ha quasi nulla che intimamente la ravviçini alle varie rivolu– zioni na,zionali europee dell'Otto e del Novecento. Queste partono sem– pre da. uu presupposto e ùa un a-ssuuto politico, e cioè cli.e una data nazionalità esistP., ma è opprei-sa e misconosciuta; e deve essere perciò · condotta alla, ribellione ed all'affermazione pratica della sua potimza. J,'lnrlia di Gandhi è invece una religione piuttosto che una, nazione, ·ed è a questa religione ch'egli vuole infondere una, vita nuova, trasmet– tendole il suo stesso fervore pratico di perfezionamento e di ascesi. Il moto per l'autonomia indiana è un'occasione pratica, quasi una coinci– denza, che ha fornito occasione all'ascetismo del Mahatma per tradursi in atto e comunicarsi a delle moltitudini; le due cose ha,nno ifinito per es-sere intimamente legate, ma non ne restano meno, perciò, idealmente distinte. Il Gandhi stesso lo dichiara quando ricorda e spiega il suo famoso errore cc grande come l'Imalaia »: questo errore era appunto. consistito nell'incitare delle masse ad un'azione politica, senza prill}a assicurarsi che avessero assorbito i primi principii dell' Ahimsa, ossia della verità ricercata coll'ascesi. • Nella stia prefazione a questo volume,· Giovanni Gentile ci ammo– nisce, assai g~ustamente, che nella vit~ di -Gandhi si contiene un esempio e un ammommento che sono buoni per tutti ma soprattutto per noi, itali:mi di questo tempo. Troppo infatti ci siamo abituati a trascurare la verità morale, e il religioso sentimento di questa nel trattare i g:andi .problemi sociali e politici del nostro tempo : 1 il rimprovero è diffusamente e profondamente meritato. Non ci sembra invece che la letteratura italiana meriti l'accusa di non avere << libri di questo genere scritti con si profonda ispirazione religiosa», che si contiene nell~ frase conclusiva di quella prefazione. La nostra letteratura è nata con san Francesco, e ancor oggi non si può dire che tradisca del tutto le origini. 0AMILLO PELLIZZI. BibliotecaGino Bianco

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