Pègaso - anno IV - n. 1 - gennaio 1932

84 A. Sorbelli e di ire campfone di strenue lotte, segno di affetto, di amore sviscerato da parte di molti, intende tutta l'importanza che ha il carteggio. car– ducciano. Intorno a lui ci fu, contro o a favore, tutta l'Italia. E pertanto il carteggio di lui {specie se potremo raccoglieJ'e anche l'epistolario) ser– virà non soltanto per intendere la vita, i rapporti, l'opera del Carducci, ma a,nche per meglio comprendere tutto il tumultuoso incontro e scontro di idee e di passioni che accompagnarono il periodo più bello e più importante della storia italiana. In rapporto col Càrducci, l'uomo più significativo, St=l non il più rappresentativo, di un mezzo secolo, si pongono, nel campo della cul– tura e della idealità,· tutti gli uomini più noti d'Italia, e de' pi~ diversi ceti. E non solo i più noti, ma spesso anche i. mediocri e gh umili. E il Cru'ducci trattò tutti, o grandi uomini o insigni<ficanti, alla stessa maniera; e conservò tutte le lettere, venissero dal Re o da un mendicante. E si· badi che la corrispondenza, da limitata che era nei primi anni di Ffrenz('l, o di Pistoia, o del primo decennio di Bologna, divenne poi col tempo abbondantissima. Il Carducci da principio rispondeva pun– tualmente a tutti; più tardi, dopo il 1870, quando il suo nome fu molto noto, ed uscì dal cerchio degli studi per estendersi al cosi detto gran pubblièo, la posta recava ogni giorno una valanga! Bisognò correre ai ripari: non rispondere, a lui non gMbava,; scrivere a, tutti erà un per– dere male la giornata; pensò quindi di compilare una lettera « mo– dello)), farla stampare su fogli o cartoncini e poi metterla dentro una , busta, scdverci su un indirizzo, e affidarlo alla posta. Di questi fogli volanti, che per i bibliofili rappresentano, specie se in collezione completa, dei veri cimelii, ne esistono, per qnanto io so 1 tre: uno del 1883, l'altro del 1888, il terzo del 1895. Ecco il testo del foglio stampato nel 1883 : « Dichia.razione. ,Senza ombra d'ironia e senza intenzione di sMcasmo mi conviene dichiarare: che quando anche la volontà e la voglia mi abondassero, mi è scarso il tempo: l° a esaminare e giudicare in forma .vuoi pubblica vuoi privata i manosc.ritti e le opere a stampa che autori e pubblicatori mi mandano; 2° a risolvere le questioni di lingua e interpre– tare i passi controversi degli autori che mi sono proposti; 3° a difendere i troppi errori d'italiano per la cui sanatoria i trasgres-sori ricorrono, · i,on si sa perché, a m~; 4. 0 a comporre epigrafi. e versi e prose d'occasione; /5° a p~rtecipa~:.con scr_itti m_ieia, giornali letterari e politici, a. rivi~te, ad aJb o.-aRJwms che s1 voglia, a raccolte, a stren]).e a numeri umci; 6° a partecipare o intervenire ,con parole o di persona.' a solennità acca– demiche, a feste civiche, ad associazioni e radunanze patetiche. « Dichiaro quindi di non tenermi d'ora innanzi per obbligato a rispon– dere alle lettere, a -circolari concerne!).ti argomenti e fatti simili, e di né meno tenermi strettamente obbligato alla restituzione dei manoscritti che, in ogni caso non leggo e non leggerò mai, quando i proprietari non incarichino qualcuno di venirli a riprendere entro un mese dal giorno della spedizione. · << Mi spiacerebbe per qliesta dichiarazione avere ad apparire nell'opi– nione dei più quello che f~rse non sono: ma prego _i discreti a ripensare BibliotecaGino Bianco

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