Pègaso - anno IV - n. 1 - gennaio 1932
Lucia 75 teva bruscamente cosi come si era aperta, lasciava dietro di sé il desiderio di ritrovarla e uno stupore, un silenzio più g-rave di prima. Erano chiare sfociate di azzurro in una nebbia che si scioglie, e allora pareva che si riavvicinasse e diventasse più naturale, più simile a lui, creatura di carne e d'ossa come lui; e avrebbe voluto dirle di rimanere cosi. Ma poi la nebbia si richiudeva, e essa s'isolava in quella serietà che pareva celare cose delicate che a lui: più grossolano, dovevano rimane1'e straniere. Del resto era come se Maria lo sfuggisse, e anche lui, benché sapesse sempre dove era, a far' legna, o strami, o nella vigna, non l'andava a cercare. L'aspettava, la sera, quandQ scendeva alla strada per tornare a casa. Si provava a prenderle il carico, ma lei non lo lasciava fare;, del resto non ci aveva verso, era rij:l_icolo, con quei vestiti cittadini. Sùbito dopo mangiato la zia andava a letto. Sulla panca di faccia Maria stàva composta in una immobilità della quale egli provava rispetto e quasi timore, lui che doveva star sempre in mo– vimento, non fosse che spingere la rama.glia sul fuoco, sinché non si lasciava vincere anche lui da quel raccoglimento e non si metteva a sedere accanto a lei, senza pensa.rei. Maria gli faceva posto, riti- 1·andosi nel suo canto. Era cosi grasso e forte, accanto a lei così fragile e- minuta, da doverla incrinare fra le dita a toccarla. Pro– fondamente, da non poterselo mai più scordare, calava dentro di lui il silenzio rotto dallo schioppettìo della ramaglia secca di ca– stagno. A balzi la fiamma illuminava le fattezze fini e regolari di Maria, scavando improvvisamente cavi oscuri nelle occhiaie e sotto agli zigomi. Ogni tanto le sue mani lasciavano andare il ticchettio della calza e si posavano nel grembo. Le teneva distese sulle gi– nocchia, fissando il fuoco. Allora lo prendeva la smania di tenerle nelle sue ; ma era come una sconsacrazione. Lei non gliele voleva dare; cercava di ritirarle senza fargliele vedere; erano ruvide, ma-– gre, segnate alle congiunture da solchi scuri come la terra arata. Se ne vergognava, Maria; mentre a lui facevano senso le sue proprie, così soffici e liscie, su quelle dita aride, povere e gentili. Erano soli, attorniati dal buio della stanza, dal silenzio nei monti, fuori. La notte, g-ià invernale, si accalcava su di loro. Egli si faceva più vicino, la costringeva nel suo canto. La fiamma lan– guiva, non l'attizzavano più. A sentir contro di sé le sue membra minute, lo prendeva un sentimento di tenera protezione quale non aveva mai provato e sapeva di non poter provare altro che verso di lei. Ma la sentiva cedere, come se non avesse più volontà, e allora il sangue gli dava un tuffo, come a aver paura del buio, da bam– bini; o della morte, da vecchi. A chinarsi a guardarla, si trovava col viso nei suoJ capelli. I capelli di Maria ~rano duri, elastici, e sapevano un odore speciale come se fossero una cosa separata, Biblioteca Gino Bianco
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