Pègaso - anno IV - n. 1 - gennaio 1932

Lucia 71 .a suo danno ; si trattava di po che piant e, una ventina sì e no ; del resto o prima o dopo, l'avrebbe dovll.to vendere, il castagneto. Solo eome era, a star in casa sua, con que lla vecchietta che veniva a far le pulizie, tutta ricordi di morti e malinconie di vivi, il de– siderio di andare a star dalla zia diventava smanioso. Cosi un giorno, chiuse in due casse da corredo le robe della mamma, bian– cheria, ·coperte, tutto, le mise su un barroccio. Ma a casa non trovò nessuno, erario al castagneto; fece scaricar tutto, e andò su anche lui. · Ji'aceva buio presto; già l'ombra dei monti aveva invaso Ja valle e risaliva dietro di lui la, pendice mentre egli era anc6ra nel sole; sul monte davanti, al disopra dei castagneti, il crinale azzurro can– giava in viola e le rocce nude delle creste si spengevano in un freddo pallore di rosa. Era stata una bella giornata, ma l'aria era rigida, digià. Dai fondi salivano le frescure delle ombre. A andar su per i sentieri che sono state le vie dell'infanzia, avviene di trovarsi a risalire il corso degli anni, come il letto di un torrente, e le cose immutabili prendono l'aspetto mutevole del tempo, e siamo noi che non abbiamo cambiafo. La vita affettuosa dei ricordi si svolge dalle cose sulle quali 1'3ibbiamo lasciata e ci riprende come se ci avesse aspettato; e i cambiamenti che pos– sono esserci avvenuti ci fanno sorridere della loro naturalezza, e -sembra esserne causa o parte; cosi se gli alberi che ricordiamo -secchi nella veste invernale, li ritroviamo verdi di gemme in boc- cio, se i rii che nei ricordi erano arsi e pietrosi nelle magre estive, li rivediamo scorrere torbi delle piogge autunnali, a sentirli rin– vivere ci danno una contentezza acuta, quas~ fossimo stati noi a dar corso alle acque, e nel volgere delle stagioni fosse complice il volger dell'età. Addosso al tronco di un castagno, a sedere per terra, voltata -all'in là, un'ombra piccola, di bambina, andava a confondersi con la terra. Le sue scarpe ritte, sul terreno giallo di fogliame pa– revano enormi. Vincenzo cercava di avvicinarsi senza far rumore -sulle foglie secche; voleva sorprenderla, poterla chiamare: Maria. Una ciocca di capelli le usciva dalla pezzola gialla, sul collo scuro. Ma lei si voltò. - Non se ne trovano più, - disse guardando il paniere rimasto a mezzo, come per scusarsi di non lavorare. - Son l'ultime. - Nel mostrargliele pareva che gli facesse l'offerta della sua povertà. Ma c'era un tremito di sorriso nella sua voce. E si era alzata in piedi. I toni caldi del tramonto digradavano rapidamente in cielo, come se sapessero che di quel tempo il buio e il freddo fanno presto e bisogna spicciarsi a far posto alle nottate lunghe. Maria si rav– volse lo scialle più stretto intorno alle spalle, chiudendolo in un nodo alla vita. BibliotecaGino Bianco

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