Pègaso - anno III - n. 12 - dicembre 1931

Fil/ci Beatrice 713 nata. Avevan trovato la camera vuota, il letto rifatto in ordine. · Sulla tavola giù della stanza da desinare c'era un foglio bianco - sul quale era scritto a letterone alte e sbilenche : " Tanti saluti alia signorina". Tutti rimasero a'fflitti. La Raffaella non si consolava: a lei, quell'andar via di notte, alla cheta, così.. .. non le riusciva di tro– var la ragione. Barberina restò tutt' il giorno abbattuta. Ma quella che proprio sentiva esserle stato portato via il cuore era l'Ersilia. La si Yedeva, con gli occhi rossi, le lacrime in pelle in pelle; e ogni tanto ecclissarsi; e poi, la si Yedeva ricomparire con gli occhi più rossi che mai, e una nuova.mano di cipria per nasconderè gli effetti del pianto. E se qualcheduno avesse messo gli occhi al buco della serratura, -quand'ella s'andava a chiudere, per sfogarsi, in camera, avrebbe visto che in ma,no aveva un ritratto : il ritratto d'un bel giovane vestito da marinaro. Sensazione di troppo bene : il nuovo modo cli essere dava codesta sensazione a Beatrice. « Bada, figliola - la mise sull" avviso Don An– drea, la domenica "in Albis ", tornato anche quella domenica lui a dir la messa - bada di non lasciarti prendere da un altro inganno: la compiacenza non è che una forma cli accidia: l'amore dev'essere attivo)). E infatti Beatrice, dopo quel primo riposo, aveva sentito un nuorn bisogno : di riguadagnare tutto il passato, profittare della fe– licità e corrispondere: dare a ogrri atto, a ogni momento della giornata qualche cosa cli sé onde la sua, presenza fosse sentita e gli altri, specie le persone più care, avessero l'impressione d'un pen~ siero, vigile, d'una cura affettuosa. Doveva però anche ora fare uno sforzo snlla sua natura- fisica, contro il proprio organismo : non che questo le si dimostrasse, come pér l'addietro, ferocemente riot– toso, ma riluttante, ora, quasi per una forza istintiva che, a mal– grado di lei, resistesse per il suo bene, per una difesa di lei, e ce– desse forzata, sapendo che il cedere voleva dire lasciarla esposta a un nemico che ella non conosceva ma che era dentro di lei e non l'avrebbe risparmiata. Aveva cominciato a occuparsi dell'andamento della casa: di come le faccende eran regolate. Stupore della Raffaella. E quando Bea– trice si compiaceva di lei, ella la guardava stupita cercando dentro di sé quale potesse essere la ragione del cambiamento; ma non di– sarmava. Troppo profonda la ruggine. E gua-rdava, il mazzo 'delle chiavi a cintola come un diritto da difendere. Beatrice ora s'occu– pava della guardaroba, della biancheria, anche di quella personale del marito. << Chi è che m'à sistemato, oggi, tutta la roba nel casset– tone ? )). E quando Beatrice rispose molto semplicemente : «Io)), <(0 questa?)). E Romnaldo se n'andò facendo con le spalle una mossa di meraviglia. ibliotecaGino Bianco

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