Pègaso - anno III - n. 12 - dicembre 1931
Villa Beatrice 711 Barherina aveva preso digià con la sua una mano del ma– rinaro. E dopo cinque minuti era lei che lo conduceva di là, tenendolo per mano. E appena erano stati nell'andito s'era sentita la voce di lei: - Te, come ti chiami? Io, Barberina. Aveva avuto una licenza d'otto giorni, considerato che erano degli anni che non aveva rivisto la persona, la sola che egli avesse di famiglia, al mondo. E la Raffaella contava le ore. L'avrebbe vo– luto sempre sotto i suoi occhi, l'avrebbe vol~to affettuoso, loquace, che le raccontasse i suoi viaggi, tutto quello che aveva veduto, i luo• ghi, i costumi, le usanze: tutto quello che gli era successo di straor– dinario: le burrasche in mezzo all'oeea,no, i tragitti nei paesi là d'oltremare .... Ella av~va vissuto quegli anni sognando il giorno in cui avrebbe sentito dalla viva bocca di lui codesti racconti. An– che avrebbe desiderato di andare insieme : farsi vedere da tutti accanto al marinaro, andare anche in. città a far delle compre, a fare spocchia insieme. E invece per levargli una parola di bocca ci ~olevano gli àrgani. Scontroso, scorbutico, s'infastidiva delle domande; si metteva lì accoccolato, coi piedi sulla stecca della seggiola, con la pipa in bocca, e fumava, silenziosamente, fumava come un camino. Soltanto, se eran ~e ragazze - la Teresina o l'Er– silia - che lo sollecitavano, qualche parola, con quel suo italiano, con quel suo tono,. con quella sua voce bassa e gutturale, allora la faceva: intramezzandole con delle occhiate che alle ragazze mette– vano una specie di turbamento; delle occhiate di quelle che spo– glianu: e poi, quando toglieva loro gli occhi da dosso, sputava schiz– zando tra i denti la saliva lontana. E la Teresina, se le tornava in mente Pierino e quando l'aveva sorpreso, il giorno della vendemmia ... , e ora con quel ricordo fis– sava gli occhi in faccia a quel giovano~to che aveva davanti, non arrivava a persuadersi che potesse esser lui: questo ora la guar– dava ,in quel modo che ne ·rimaneva, lei, ora, sconcertata, come rimanéva, un giorno, Pierino quando lo guardava lei. In quanto all'Ersilia, nessun giovanotto le aveva mai fatto ancora un effetto cosi: soltanto a sentire il passo di lui, diventava pallida e poi subito rossa e poi di tutti i colori. Gran lega avevano fatto invece il marinaro e Barberin_a fra loro. Lunghi, animati racconti faceva il marinaro alla bimba - e Bar– berina pendeva senza ha.tter palpebre, per delle ore, dai labbri di lui, affascinata, incantata da quelle storie di mare, da quelle leg– gende che son raccontate sui ponti di tutte le navi sotto lo scintillar delle stelle, nel buio silenzio del mare che batte placido ai fianchi del bastimento; eccitata dai racconti d'incontri di belve, di schioppet– tate con i ladroni delle carovane .... Passa van le ore, lei sul pan- ' BibliotecaGino Bianco ·
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