Pègaso - anno III - n. 12 - dicembre 1931

702 B. Cicognani Quella s'era svegliata al secondo ululato; e seduta sul letto. tra, il sonno, non si raccapezzava. - C'è la bambina che à il "crup ". Ersilia .. :. Quella si scosse è le si sciolsero tutti i capelli. - Ohe à ?...• - A la difterite. Allora l'Ersilia capì e buttò via le coperte. Beatrice era tornata. ·da Barberina. Il male faceva, a vista d'occhio, progre!$SÌ. A ogni inspirazione 1 a ogni momento di aspirare l'aria, si vedeva la parte del torace sopra lo sterno affossai:si: la faccia diventava sempre più rossa, d'un rosso sempre più cupo; -e gli occhi, fissi, per respirare, nella, ricerca, anche quelli, di ciò che di momentQ in momento diventava più indispensabile ed era negato sempre di più. Un altro colpo di tosse, un altro ululato, più lungo. M:a ecco nel– l'andito, il rumore cli cencio d'un passo in corsa e Romualdo, irri– conoscibile, si ferma sopra la soglia, si mette le mani convulsamente· alle tempie. Barberina volge l'occhio verso il ba,bbo: si vede che cerca d'il– luminar la pupilla, si vede che cerca di far con la bocca un sorriso: la pupilla per un momento ribrilla; ma il respiro s'affittisce ancora, l'affossamento del torace si fa. più profondo. « Bab .... >>,l'ultima sillaba non è che un singhiozzo. Romualdo spalanca la finestra, poi vincendo ]'impeto che lo, porterebbe a precipitarsi verso Barberina, preme le dita raccolte d'una mano sopra la bocca é butta il bacio con una violenza in _ cui è tutta la disperazione dell'anima pazza. - Non c'è un· secondo da perdere. Iddio ci assista. Io volo a prendere il medico. Dopo cinque minuti s'udì il rombo della macchina lanciata a corsa. La villa tutta sossopra. In tutta la villa si sentiva quel respiro a rantolo venir di su ~ pareva impossibile da un così piccolo, petto - ; e di tanto in tanto quel colpo di tosse a ululato di cane. La Raffaella era salita.: ma non aveva retto; era dovuta riscendere· e ora girava di qua e di là, insensatamente, torcendosi le mani. La Teresina si sfogava a andare di giù a su, di su a giù senza una ra– gione: mille volte avrà fatto le scale. In fattoria tutti s'erano al– zati e non avevan coraggio neppure di parlare tra loro. Sul piazzale, in un angolo, al buio, un uomo, lo spilungone rapato, a quel verso, straziante che ora dalla finestra aperta della camerina si stendeva fuori nella notte, era inchiodato li da una specie di superstizioso terrore : non sentiva altro che quel verso straziante e cigolare a pochi passi da lui una catena: la catena di Leone, inquieto, che non trovava posa, e ogni tanto mugolava pietosamente. BibliotecaGino Bianco

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