Pègaso - anno III - n. 12 - dicembre 1931

700 B. Cioognani Don Andrea s'era messa la cotta e la stola. Precedé Beatrice nella cappella. Beatrice s'inginocchjò al consueto sno posto a fianco all'altare. E quando Don Andrea, tenendo FOstia consacrata fra le sue dita che contro luce avevano una luminosità d'alabastro, le s'avvicinò: « Ecce agnus dei: ecce qui tollit peccata mwndi >>, ella protese con desiderio la faccia. E mentre reclinava il viso tra le palme giunte, una calma im– mensa le si diffuse dentro: uno smarrimento, una sommersione, un non essere più che in quella dolcezza. E' la Presenza ineffabile e augusta, adesso, era dentro di lei. Dopo, però, la riprese l'agitazione. Era uno stato, quello, in lei, nuovo. E codesta agitazione metteva allo scoperto la sua sensibilità al modo stesso che il vento portando via la polvere mette allo sco– perto il fondo delle strade. Sofferenza d'un genere fin allora non conosciuto : che lasciava una specie di indolenzimento. Così per due giorni, con alti e bassi e con' pause di quiete : in queste, una accorata serenità. Martedì sera era andata a letto con un'apprensione triste. Non avrebbe saputo dire precisamente perché: c'entrava- però Bar– berina. Dòpo il primo sonno s'era destata. Accanto a lei Romualdo .dormiva profondamente:, era tornato tardi, stanchissimo. L'uscio di camera che metteva nell'andito era rimasto socchiµso: di là, doveva essere aperto anche l'uscio della camera di Barberina. Bea– trice udiva il respiro della bimba: un respiro che si sa,rebbe detto non naturale: un respiro di gola, che quaisi era un russare. E l'ap– prensione s'era fatta, come succede di notte, inquietante. Beatrice riandava ora i due giorni: Barberina non le era sem– brata lei, in quei due giorni : specie durante l'ultimo. In fondo alla solita vivacità della bimba le era sembrato di scorgere un che di melanconia, quasi una stanchezza. L'aveva sorpresa più volte seduta, pensosa, senza baloccarsi. È nell'atto con çui la bam– bina, stando. sul canapè accanto a Maurilla, aveva appoggiato il capo alla spalla di quella, c'•era un abbandono che a Beatrice aveva fatto impressione. Gigia era stata lasciata tutto il giorno. in camera. E anche a tavola era parso a Beatrice che la bambina non mangiasse con appetito, che girasse e rigirasse i bocconi in bocca prima d'in- ghiottire. . Beatrice aveva attribuito la ragione di codeste impressioni al suo proprio stato : ma ora quelle le ritornavano con la forza deHa verità, con un risalto, anzi, nel ricordo, maggiore. E anche un altro BibliotecaGino Bianco

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