Pègaso - anno III - n. 12 - dicembre 1931
Alla, rfoerca del vero Snvonarola 665 potuto scrivere con caratteri indelebili le parole della sua nuova Legge. Tanto vero che la Riforma, quella reale che il Savonarola non avrebbe voluto, lasciò gli uomini com'erano. La questione della causa della condanna è stata un'altra delle maggiori inquietudini dei biogra,fi, e non avrebbe dovuto essere né sa– rebbe stata, se la storia del Savonarola non si fosse trasformaita, da un secolo a questa parte, nella storia di un processo celebre. Attra– verso la causa della condanna si va alla ricerca delle responsabilità. Il capitolo dello Schnitzer « Savonarola nella letteratura storica>> è su tal proposito quanto mai istruttivo. Sono i disputatori di due teRi contrarie come in un dibattito giudiziario; ma ciascuno resta della propria opinione senza cedere di un pollice all'avver~ario. E da questa agonistica storica non s'esce. Non ne esce neppure lo Schnitzer, il quale, compiacendosi che negli ultimi decenni« la causa del frate» abbia fatto « un notevole passo verso il trionfo», sembra non s'accorga che questa è la confessione di un errore. Ché nes– ~uno storico dovrebbe proporsi, come hann6 fatto i biografi del Sa– vonarola, di patrocinare una causa o di trasformarsi in giudici accu– satori, di decretare trionfi o di dannare alla gogna. Un tentativo di uscire dalla morta gora del vecchio savonaro- • lismo vorrebbe essere quello di Luigi Russo in un acuto parallelo tra il Savona,rola e il Machiavelli. In ambedue, - dice il Russo, - c'è l'identità del fine: riformare l'Italia, ma « l'uno vuole esserne il riformatore religioso, l'altro il riformatore tecnico; l'uno fa appello all'entusiasmo, l'altro fa appello alla scienza». Pur nella diversità dei modi (pathos profetico nel frate, considerazione fredda e rigorosa della realtà effettuale nel laico) tra loro esiste un punto di contatto che li avvicina, in quanto né il ,Savonarola è così chiuso nella sua esperienza etica medievale da·non sentire il richiamo della realtà effettuale, né il M.:i,chiav~lli è così spregiudicato e smaliziato interprete delle cose moderne da non a,VTertire in momenti di chia– roveggenza, pur senza indugiarvisi, la necessità della fede e del timor cli Dio. Il richiamo della realtà effettuale nel Savonarola sta nell'essersi mescolato nella, politica del secolo, nell'aver colorite an– ch'egli le sue «bugie>) machiavelliche, nell'aYer mutato spesso «mantello>), nell'essersi lasciato prendere, insomma, senza cono– scerne a fondo l'arte, nel peccato dell'avversario. Se non che, « l'uno con' l'entusiasmo religioRo, l'altro col suo realismo scientifico, re– stano vittime di due a-strazioni polemiche, poiché, senza la con– giunzione di religione e politica, non si compie opera storica nel mondo>). Sono stati gli storicisti puri, secondo il Russo, a fare del Machiavelli un uomo moderno e del Savonarola « il superstite cro– ciato del medioevo>); mentre né quello è il diaYolo, né questo il santo. ( ibliotecaGino Bianco
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